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Campania: a Maddaloni discarica di rifiuti tossici in un'ex cava. Veleni in terreni e falde acquifere

E' l'ennesimo sfregio al rispetto per la salute umana e per la propria terra. Una bomba ecologica in mezzo a terreni coltivati e a poca distanza dai centri abitati: l' ex cava di tufo Monti a Maddaloni (Caserta), in piena Terra dei Fuochi è stata sequestrata questa mattina dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che ha disposto i sigilli anche per 40 pozzi situati in un raggio di 500 metri dal margine esterno del sito. I prodotti agricoli al momento non sono risultati a rischio ma falde acquifere e terreni sono contaminati da sostanze altamente tossiche.

L'indagine - coordinata dal procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere, Raffaella Capasso e dai pm Giacomo Urbano e Federica Amodio - ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati, per disastro ambientale e corrompimento delle acque, tre imprenditori, due di Napoli e operanti nel settore rifiuti, l'altro di Maddaloni.

Dieci dei pozzi sequestrati servono agli esercizi commerciali della zona, che ora non potranno più usare l'acqua per motivi alimentari o di igiene personale, gli altri 30 sono per l'irrigazione dei terreni agricoli.

«Dalle prime analisi degli ortaggi - ha però rassicurato la Capasso - i valori sono risultati nella norma, per cui non c'è alcuna contaminazione in atto, ma nei prossimi giorni faremo altre analisi».

Entro qualche giorno è probabile che il sindaco Rosa De Lucia emetta un'ordinanza di divieto della coltivazione nella zona. In totale, tra gli anni '80 e '90 sarebbero stati sversati e tombati nella ex cava quasi 300mila tonnellate di rifiuti solidi e urbani e speciali altamente pericolosi per la salute umana, come si evince dalla sequenza di foto aeree scattate dall'Istituto geografico militare italiano di Firenze e dalle dichiarazioni di alcuni pentiti di camorra.

Le analisi dell'acqua della falda, del terreno e dell'aria hanno poi confermato i sospetti. I recenti esami dell'Arpac, l'agenzia regionale per l'ambiente, hanno evidenziato valori di contaminazione superiore rispetto al 2009, ma determinante è stata soprattutto la consulenza tecnica svolta dal geologo incaricato dalla Procura Giovanni Balestri, che ha accertato la presenza nella falda in misure ampiamente superiori ai livelli di legge di arsenico, di metalli pesanti come il manganese, la pirite, il piombo contenuto in migliaia di batterie; le analisi hanno inoltre rilevato la presenza nel terreno di oltre 30mila tonnellate di percolato, residuo dei rifiuti solidi urbani, e l'emissione nell'atmosfera di una quantità elevata di fenoli, che danno luogo alle cosiddette fumarole, veri e propri sbuffi di gas tossico ben visibili dalla Strada Statale che collega Caserta a Maddaloni.