Lavoro e Professione

La Cosmed su distacchi e permessi: «Improvviso risveglio delle Regioni con una polemica stucchevole»

Un «improvviso risveglio delle Regioni che hanno innescato una polemica stucchevole» e che «dopo aver invocato il taglio dei permessi nell'area delle autonomie regionali (Ssn compreso) del 15% per allinearlo al taglio degli statali, ha invocato che le riunioni aziendali vengano effettuate fuori dall'orario di servizio, norma peraltro già presente nel Ccnq e che se viene disattesa è da imputare unicamente alla parte datoriale che effettua la convocazione». Così la Cosmed, la confederazione dei medici dirigenti, commenta la risposta che il comitato di settore sanitario ha dato alla proposta di atto di indirizzo su distacchi e permessi sindacali (ANTICIPATA SU IL SOLE-24 ORE SANITA' N. 6/2013 E SU QUESTO SITO ).

E in un'informativa ai suoi iscritti, commenta la proposta di atto di indirizzo anche per quanto riguarda il tempo determinato e la partecipazione sindacale.

Ecco il parere della Cosmed, firmati dal segretario generale Costantino Troise e da Giorgio Cavallero per la delegazione trattante

«L'atto di indirizzo mortifica le aspettative della dirigenza: si ribadisce che i 30 minuti di prerogative sindacali per ogni dirigente in servizio non vanno assegnate alla dirigenza in quanto non ha provveduto alle elezioni delle Rsu. Vengono pertanto discriminate le Rsa della dirigenza rispetto alle Rsu del comparto.
Su questo scoglio da anni si è bloccato il rinnovo del Ccnq prerogative sindacali della dirigenza, fermo alla rilevazione del 2004 e recepito dal Ccnq del 5 ottobre 2005. Viene proposto un taglio dai 90 minuti di permessi e distacchi cumulati per ogni dirigente a 60 minuti. Attualmente in forza del Ccnq vigente i 90 minuti sono così ripartiti 53 minuti per i distacchi cumulati (in aggiunta alla quota storica) e 37 minuti per le delegazioni pecentrate. Ridurre di 30 minuti significa ridurre drasticamente i distacchi cumulati per non azzerare i permessi decentrati. Peraltro il mancato rinnovo comporta l'intestazione di permessi e distacchi a sigle che hanno cessato l'attività sindacale in proprio a favore di altre sigle che si sono successivamente costituite.
Reiterata la dura protesta di COSMeD che ricorda che nel protocollo Governo-Sindacati del 3 maggio veniva ribadita la pari dignità delle Rsa rispetto alle Rsu.
Sull'argomento si è osservato un improvviso risveglio delle Regioni che hanno innescato una polemica stucchevole: dopo aver invocato il taglio dei permessi nell'area delle autonomie regionali (Ssn compreso) del 15% per allinearlo al taglio degli statali, ha invocato che le riunioni aziendali vengano effettuate fuori dall'orario di servizio, norma peraltro già presente nel Ccnq e che se viene disattesa è da imputare unicamente alla parte datoriale che effettua la convocazione.
Si dimentica infine che la dirigenza medica e sanitaria utilizza una minima parte dei permessi e distacchi di cui dispone. Unica via di uscita potrebbe essere una riduzione compensata da una flessibilità totale tra permessi e distacchi centrali e periferici ma resta molto difficile accettare un taglio di tali proporzioni.
A margine le Regioni affermano che l'assegnazione dei permessi e distacchi dovrebbe avvenire dopo la definizione delle aree contrattuali sollecitandone la definizione. COSMeD ha più volte sottolineato la priorità della definizione delle aree, predefinite dalla Brunetta in modo inaccettabile, premessa indispensabile per l'avvio della tornata contrattuale. Le Regioni peraltro dopo aver concordato in Conferenza Stato–Regioni una posizione condivisibile lo scorso 7 aprile 2012 non hanno dato corso a nessuna iniziativa visiva in merito.
In definitiva il blocco contrattuale viene perpetuato non solo per via legislativa, ma anche omettendo quegli adempimenti necessari a rimuoverlo.
Il silenzio di Governo e forze politiche su modello contrattuale, fine del blocco della 122/2010, indennità di vacanza contrattuale, ripresa della contrattazione la dice lunga sulle incertezze dei prossimi mesi»