In parlamento

Dl Pnrr/ Ok definitivo in Senato con la fiducia. Specializzandi ancora in corsia. “Sostegno alla maternità nei consultori”. Fitto: «Nessun taglio alla sanità e sull’ex art. 20 parte il confronto con le Regioni»

di Radiocor Plus

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24 Esclusivo per Sanità24

Via libera dell’Aula del Senato alla fiducia chiesta dal Governo sul Dl che detta ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Pnrr. I voti a favore sono stati 95, i contrari 68 e un astenuto. Il provvedimento, che doveva essere convertito in legge entro il 1 maggio, ha così avuto il disco verde definitivo nel testo già approvato dalla Camera e ora va alla firma del Capo dello Stato. Il decreto legge interviene sulla governance del Piano tenendo conto anche delle ultime intese sulla rimodulazione dei fondi e degli interventi concordate con Bruxelles. Il provvedimento è arrivato ’blindato’ al Senato dopo l’approvazione il 18 aprile scorso da parte della Camera. Dati i tempi ristretti, non sono stati esaminati in commissione Bilancio i 708 emendamenti e i 112 ordini del giorno presentati e la richiesta della fiducia ha precluso il loro esame in Aula. Tra questi, le opposizioni puntavano a intervenire sulla norma introdotta a Montecitorio sulla possibile presenza nei consultori di “soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternita’’, considerata una apertura alle associazioni anti-abortiste.
Via a 15 mld per completare le opere e sostenere quelle definanziate dal Piano. Con il decreto legge, vengono stanziati circa 15 miliardi per completare le opere previste entro il 2026 e per sostenere quelle definanziate dal Pnrr e sostenute con il Pnc o con altri fondi (tra queste l’operazione ’ospedali sicuri’). Misure specifiche riguardano il rafforzamento della cabina di regia di Palazzo Chigi, anche attraverso l’attribuzione di poteri sostitutivi rispetto agli enti territoriali inadempienti. Il Dl prevede risorse anche per il Cnel e la stabilizzazione dei precari dell’amministrazione giudiziaria.
Le altre novità. Tra le altre novità sono state introdotte anche sostanziali correzioni al sistema della patente a crediti, puntuali riferimenti al rispetto di concorrenza e trasparenza nell’ingresso di Poste in PagoPa, e si interviene sul ritardo della diffusione della banda ultralarga e la sanità. In particolare, sono stati chiariti gli aspetti della cessione del 49% di PagoPa a Poste Italiane, disposta dal Dl stesso: è stato precisato che se Poste acquisirà dal Mef la quota indicata, non potrà stipulare patti di sindacato che abbiano per effetto l’esercizio di una influenza dominante su PagoPa. Viene inoltre puntualizzato che l’operazione è sottoposta al controllo preventivo dell’Antitrust. Sul versante della banda larga, con una correzione relativa ai numeri civici da cablare, si semplifica l’attuazione del Piano Italia 1 Giga consentendo così, a OpenFiber e a Tim di rispettare le scadenze delle convenzioni con Intratel. Tra le opere da portare a compimento, figura anche la linea 2 della metropolitana: si proroga di 180 giorni il termine affidato al commissario straordinario per comunicare al ministero delle Infrastrutture il cronoprogramma relativo a progettazione, affidamento ed esecuzione degli interventi.
Il pacchetto per la Sanità. Con un ulteriore pacchetto di modifiche relative alla sanità si dà la possibilità di prorogare i contratti dei medici specializzandi e si chiude la questione degli studenti che lo scorso anno scolastico, frequentando il quarto anno superiore, hanno sostenuto, superandole, le prove di ammissione alla facoltà di Medicina.
La versione di Fitto su ulteriori verifiche e sulla Sanità. Ci saranno «altre occasioni di verifica, di adeguamento del Piano perché questo non è l’ultimo provvedimento collegato, perché inevitabilmente, data anche la dimensione del Piano, è scontato che noi avremo motivi e momenti di intervento costante per poterlo adeguare e per poter dare delle risposte». Lo ha detto il ministro per gli Affari Ue, Raffaele Fitto, nella replica in Senato sul Dl di revisione del Pnrr. «Concludo - ha detto Fitto - auspicando che il tema del Pnrr possa diventare un tema di interesse nazionale, nel senso che sarebbe molto opportuno e positivo che su questo ci fossero più che critiche di carattere generico spesso non corrispondenti al merito delle questioni, dei suggerimenti concreti per poter lavorare insieme per migliorare questo provvedimento. Non penso - ha concluso il ministro - che in passato in questo Parlamento sulla stesura del Piano ci sia stata tanta intensità e partecipazione, io sono disponibile non solamente in Aula ma anche in Commissione a poterci confrontare non sugli slogan ma sul merito delle questioni.
Focus in arrivo con le Regioni sull’articolo 20. «Mi preme chiarire un’ultima questione, quella che ha accompagnato questo decreto, collegata ai presunti tagli sulla sanità - ha affermato ancora Fitto - nella replica in Aula al Senato sul Dl di revisione del Pnrr -. Noi non abbiamo tagliato un solo euro, per la semplice ragione che originariamente il Governo di allora ha preso i progetti finanziati con l’articolo 20 e li ha spostati nel Pnrr. Noi abbiamo semplicemente preso atto della impossibilità di rispettare i tempi del Pnrr, tant’è che abbiamo lasciato all’interno del Pnrr 900 milioni di euro; nel Piano nazionale complementare, dove c’erano 1,240 miliardi di euro abbiamo lasciato 240 milioni. Complessivamente - ha detto ancora Fitto - i 900 milioni del Pnrr, più i 240, più gli oltre 2 miliardi che al momento risultano completamente non programmati sull’edilizia ospedaliera coprono e garantiscono l’intero importo».
Il ministro ha aggiunto che «ci sarà da lavorare con le Regioni e quindi anche il parere delle Regioni sul decreto è positivo, ma condizionato a questo punto: sospeso, ma condizionato su questo punto». Fitto ha riferito di avere inviato con il ministro Schillaci una lettera ai presidenti di Regione, «per acquisire lo stato dell’arte dei progetti dell’articolo 20, sia finanziati con accordi di programma sottoscritti, sia finanziati con accordi di programma in via di sottoscrizione, sia indicati con delibere di Giunta regionale». Questo «per verificare il reale stato d’avanzamento di questi progetti» e per «garantire, all’interno della parte non programmata, quelle Regioni che invece hanno programmato e speso al 100 per cento le risorse dell’edilizia ospedaliera. Quindi, troveremo un coordinamento tra le Regioni che devono andare sul Pnrr o sul Piano nazionale complementare e quelle che hanno invece ancora una loro disponibilità sull’articolo 20. Complessivamente - ha concluso Fitto - le risorse disponibili erano e sono di oltre 3,1 miliardi di euro; quindi, non c’è nessun definanziamento rispetto a quanto previsto all’interno del Piano».



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