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Donne e tumori: sempre più casi tra le giovani in età fertile. Il volume realizzato da Onda

Il cancro e i suoi riflessi su femminilità, fertilità e sessualità. Argomenti delicati e sempre più scottanti alla luce dell'aumento dell'incidenza dei tumori nelle donne in età fertile e del progressivo innalzamento dell'età alla prima gravidanza. In Italia si stimano circa 87.000 casi all'anno di tumori maligni su tutta la popolazione femminile da 0 a 84 anni. Di questi, oltre la metà riguarda la mammella. Dopo le malattie cardiovascolari, le neoplasie rappresentano la principale causa di morte femminile e sono responsabili ogni anno del decesso di 486 donne ogni 100.000 sopra i 75 anni e di 150 dai 55 ai 74 anni. Per tracciare una panoramica il più possibile completa e aggiornata del problema, Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna), con il supporto di Farmindustria ha realizzato un volume di approfondimento dal titolo «Donne e tumori. Aspetti clinici, psicopatologici e terapeutico-assistenziali», edito da Franco Angeli e distribuito nelle librerie dell'editore, presentato oggi a Roma.

Il tema dei tumori femminili è stato trattato attraverso il coinvolgimento multidisciplinare di più specialisti. La prima parte del volume, dedicata agli aspetti clinici e diagnostico-terapeutici, ha analizzato le 3 principali neoplasie dell'universo donna (mammella, collo dell'utero e ovaio) e il carcinoma polmonare, evidenziando il preoccupante trend di crescita di quest'ultimo e di quello al seno. La seconda ha, invece, messo a fuoco i riflessi del cancro e delle sue terapie su femminilità, fertilità e sessualità; Esplorata anche la sfera dei disturbi emotivo-affettivi che possono colpire le pazienti oncologiche.

Nella terza parte, il libro affronta il tema cruciale dell'accesso ai farmaci oncologici e del ruolo del Servizio sanitario nazionale nel supporto alle pazienti e alle loro famiglie, accanto all'importante contributo delle associazioni. Nelle conclusioni, infine, vengono passate in rassegna le prospettive future della ricerca, che va nella direzione di una medicina sempre più personalizzata. Il volume è dedicato ad Ada Burrone e Mario Sideri, due figure che hanno dedicato la vita, seppur in ambiti differenti, all'oncologia.

«L'oncologia, considerando l'impatto clinico-epidemiologico e socio-economico dei tumori femminili - afferma Francesca Merzagora, presidente di O.N.Da - rappresenta senza dubbio una delle aree tematiche su cui l'Osservatorio è maggiormente impegnato. In tale ambito i nostri sforzi si concentrano su quelli che riteniamo gli obiettivi fondamentali da raggiungere: coinvolgere le Istituzioni per la definizione d'interventi di programmazione sanitaria mirati a offrire omogeneamente sul territorio nazionale servizi clinico-diagnostici e terapeutico-assistenziali sicuri e di qualità; informare la popolazione, sensibilizzarla e aumentarne la consapevolezza, in particolare sugli aspetti che riguardano la prevenzione (quale unica ed efficace arma di difesa contro i tumori); migliorare la qualità e l'accessibilità dei servizi del Ssn».

«Un dovere del Ssn - dichiara il professor Walter Ricciardi, Commissario dell'Iss e Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma - è quello di accompagnare i pazienti durante tutto il loro percorso terapeutico, sia a livello territoriale che ospedaliero, salvaguardandone sempre la dignità. Da qui l'esigenza e l'importanza di creare una valida e salda rete di supporto sanitario-assistenziale, improntata a principi di civiltà, etica, solidarietà ed empatia».

Cure innovative, accesso a ostacoli. «Nel mondo sono in sviluppo 850
farmaci dedicati a patologie femminili. Ma bisogna renderli disponibili velocemente - sottolinea Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria - mentre in Italia abbiamo ancora problemi sui tempi di accesso alle nuove cure. E nel giorno in cui si celebra la Giornata contro la violenza sulle donne, vorrei ribadire che non esiste solo la violenza fisica e verbale. Anche fornire nuove terapie in ritardo è una forma di violenza».

Rafforzare il network pubblico-privato sulla ricerca. «Finora, grazie anche alle imprese del farmaco - ha aggiunto - sono stati ottenuti risultati incoraggianti pure nel campo delle patologie tumorali femminili. Anche se la strada è ancora lunga e difficile, a oggi è cresciuta l'aspettativa di vita di tanti pazienti. Ad aumentarla ancora possono contribuire i nuovi medicinali immuno-oncologici, ormai in fase avanzata di sperimentazione clinica, che una volta autorizzati ed entrati in commercio potrebbero aprire innovativi scenari di cura. E per raggiungere ulteriori traguardi occorre ampliare il network pubblico-privato nella ricerca, favorendo gli investimenti delle aziende, attraverso la stabilità del quadro normativo e la semplificazione burocratica».

Accesso omogeneo ai nuovi farmaci e medicina di genere. «E' necessario assicurare ai farmaci un accesso più rapido e uniforme, per non assistere a una tragica lotteria della nascita, che vede agevolati coloro che nascono in alcune Regioni. L'industria farmaceutica - ribadisce il numero uno di Farmindustria - è pronta ad affrontare le nuove sfide della ricerca, promuovendo la medicina di genere, correttamente intesa. L'importanza che le donne hanno per il nostro settore è facilmente dimostrabile: costituiscono il 44% degli addetti e il 53% dei ricercatori. Per il futuro sarà importante offrire cure all'avanguardia, che ormai sono sempre più personalizzate e biotecnologiche».


L'impegno di Farmindustria contro l'Ebola. Se il medico italiano contagiato da Ebola e ricoverato allo Spallanzani di Roma dovesse averne bisogno, e «se il ministero della Salute ce lo chiederà - ha assicurato Scaccabarozzi al margine della presentazione del volume - Farmindustria sarà assolutamente disponibile a collaborare per fare da tramite con le aziende farmaceutiche che stanno sviluppando cure sperimentali contro questo virus». «Penso sia importante - ha aggiunto - che l'Italia contribuisca alla lotta contro questa epidemia. So che il ministero è fiducioso e che le condizioni del paziente rientrato dalla Sierra Leone sono buone. Ma è un dovere per noi aiutarlo a guarire, perché purtroppo in altri casi questo non è avvenuto», ha concluso.


E il presidente di Farmindustria è intervenuto anche sulla problematica vaccini, commentando la sentenza del Tribunale del lavoro di Milano che ha riconosciuto un vitalizio a un bimbo autistico sottoposto nel 2006 a vaccinazione esavalente, riconoscendo così un legame fra la malattia e la
vaccinazione. «Per ogni euro speso in vaccini, se ne risparmiano 24 in farmaci. Non si dica, quindi, che i vaccini servono alle aziende farmaceutiche per fare profitto. Questi prodotti sono sicuri e vanno utilizzati, come affermano gli scienziati: chi li denigra si assuma la responsabilità delle conseguenze».

«Quando si parla di scienza - continua Scaccabarozzi - bisogna far parlare gli scienziati. E gli scienziati dicono che su milioni di vaccinazioni non c'è un'incidenza preoccupante di autismo. Ma continua la denigrazione dei vaccini e, di conseguenza, aumentano la sfiducia e il panico nei confronti di qualcosa che invece è molto importante, grazie al quale ad esempio è stato eradicato completamente dal pianeta un ceppo di poliomielite. Chi denigra questi prodotti si assuma le sue responsabilità - ribadisce in conclusione Scaccabarozzi - anche se penso sia già troppo tardi: l'Istituto superiore di sanità ci dice che è in calo il numero di vaccinati nel nostro Paese».