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Autismo e invalidità: l'Inps cancella le "visite di revisione". Ma per le associazioni non basta

Autismo: niente più obbligo di visite ripetute entro il diciottesimo anno di età. La commissione medica dell'Inps, in un breve documento tecnico scientifico (messaggio n. 5544 del 23 giugno scorso ), riconosce l'autismo come «una grave disabilità sociale a carattere cronico evolutivo», ricorda che la diagnosi passa attraverso «un lungo iter valutativo effettuato da operatori specializzati nell'ambito di un servizio dedicato specialistico» e conclude: «Al termine del suddetto percorso diagnostico e al fine di evitare ripetuti disagi al minore affetto e alla sua famiglia, la Commissione medica superiore ritiene che si debba evitare la previsione di rivedibilità, sia in tema di invalidità civile che di handicap, entro il compimento del 18esimo anno di età, ad eccezione dei casi in cui le strutture di riferimento attestino disturbo dello spettro autistico di tipo lieve o borderline con ritardo mentale lieve o assente».

L'esperto: «Non è una rivoluzione»
Un passo avanti contro la burocrazia, concordano tutti gli esperti e le associazioni che si occupano di autismo. Ma non esattamente una rivoluzione. Anche perché volendo - fa notare Carlo Giacobini, esperto di norme sulla disabilità - l'autismo avrebbe già potuto essere ricompreso tra quelle «patologie mentali dell'età evolutiva e adulta con gravi deficit neuropsichici e della vita di relazione» che il decreto ministeriale 2 agosto 2007 già considera "non rivedibili".

La Fish: «Servono linee guida più ampie»
I nodi sono altri e restano tutti. Per la Federazione italiana per il superamento dell'handicap (Fish), «il messaggio, affrontando un aspetto delicato di evidente disagio, non ha la pretesa di rappresentare più articolate "linee guida"». Che invece servirebbero, per evitare valutazioni improprie, inefficaci e molto diverse a seconda delle commissioni di riferimento: «L'apertura sulla valutazione dei disturbi dello spettro autistico deve essere considerata positiva solo se prelude a un successivo approfondimento. Sono necessarie più compiute e omogenee indicazioni per la valutazione della disabilità che abbiano maggiore spessore, magari partendo dagli elementi scientifici contenuti nelle linee guida già approvate dall'Istituto superiore di Sanità».

Un tavolo tecnico ad hoc
La Fish chiederà all'Inps l'apertura di un tavolo tecnico ad hoc, preludio a una riflessione più ampia sui criteri di accertamento della disabilità. Un tema rimasto "insondato", dice la Federazione, «nonostante i ripetuti appelli e le indicazioni del Programma di azione biennale sulla disabilità approvato con Dpr a fine 2013».

Faraone (Pd): «Fine di una grave ingiustizia sociale»
Per il responsabile welfare del Pd, Davide Faraone, la decisione dell'Inps «è una piccola ma importante svolta: dà sollievo e pone fine a una grave ingiustizia sociale perpetrata da anni sui minori disabili e le loro famiglie che sembrava irrisolvibile». Sulla burocrazia, ammette Faraone, c'è però ancora molto da lavorare: per affrontare il nodo della disabilità dopo i 18 anni e per allargare lo sguardo a tutte le altre disabilità gravi. Ma anche per «continuare a ridurre e snellire al massimo i costi relativi al lavoro e al relativo gettone di presenza delle commissioni Asp e Inps per le invalidità civili».