Sperimentazione animale, convegno Spera al Cnr di Roma: «Meno strumentalizzazioni e più conoscenza»

di Rosanna Magnano

Promuovere la buona divulgazione scientifica per spiegare all'opinione pubblica i vantaggi della sperimentazione animale come elemento cardine della ricerca, per contrastare l'estremismo a vantaggio della concoscenza. E' questo il tema al centro del convegno che si terrà domani, 29 novembre, durante il convegno «Spera - Sperimentare per curare. Animale modello e progresso nella ricerca biomedica», presso il Cnr di Roma.

Spera è l'iniziativa italiana gemella di Understanding animal research (Uar), Groupe interprofessionnel de réflexion et de communication sur la recherche (Gircor), Stichting informatie dierproeven nei Paesi Bassi, le cui attività saranno anche coordinate a livello europeo dall'European Animal Research Campaign Center.

«Noi non siamo i paladini della sperimentazione animale - spiega Marta Piscitelli, ricercatrice e vice presidente dell'Associazione italiana per la scienza degli animali da laboratorio (Aisal) - ma della buona divulgazione scientifica, al di là di inutili strumentalizzazioni. In Italia, purtroppo, anche per colpa degli scienziati, che si sono esposti poco, hanno avuto molto spazio le voci contro la ricerca, di basso livello scientifico. E' ora di portare il giusto equilibrio nell'informazione».

L'iniziativa si svolge in un momento di grave crisi per la ricerca italiana, alla vigilia del recepimento, da parte del Parlamento, della Direttiva 2010/63/EU sulle misure relative alla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici. «Il Senato ha approvato degli emendamenti - sottolinea una nota di Spera - che renderanno più restrittivo l'articolo 5 della Direttiva europea. Quest'ultimo, infatti, stabilisce che gli animali possono essere utilizzati per la ricerca di base e per quella biomedica, finalizzata allo studio delle malattie e al loro trattamento. Invece, l'art. 13 della legge delega n.96 del 6 agosto 2013, introduce una serie di divieti che limitano la ricerca di base, soprattutto quella finalizzata alla cura di specifiche malattie, in special modo la ricerca oncologica: il divieto di xenotrapianti; divieto di allevamento di cani, gatti e primati non umani; anestesia obbligatoria; divieto di uso di animali a scopo didattico. Se la legge fosse approvata in questa forma dal nostro Parlamento, tanti laboratori di ricerca italiani sarebbero costretti a chiudere e la sperimentazione si sposterebbe al di fuori del nostro Paese, laddove la Direttiva 2010/63/EU è stata recepita senza queste restrizioni: Gran Bretagna, Francia, Spagna, Belgio, Danimarca e Svezia».

«In Italia sono state quindi fatte scelte più restrittive rispetto alla direttiva europea - continua Piscitelli - consultando poco la comunità scientifica e cercando un compromesso con le richieste degli animalisti, ma senza argomentare e motivare razionalmente queste misure. La direttiva Ue è stata un documento assolutamente condiviso, dopo un dibattito durato dieci anni. Quello che lascia perplessa la comunità scientifica è questo atteggiamento restrittivo dell'Italia, senza una vera motivazione. Perché vietare l'allevamento dei cani e gatti a scopo di ricerca, se poi li posso comprare dall'estero? Perché vietare le sperimentazioni sulle sostanze d'abuso, come si giustifica da un punto di vista sociale? Si tratta di una mortificazione del mondo scientifico e di un'apertura pericolosa a un approccio irrazionale alla questione della sperimentazione animale».

Nel corso del convegno Spera al Cnr, il dibattito si svilupperà anche a partire dalle dieci risposte del mondo della ricerca italiana (Fonte: Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, vedi documento allegato) alle associazioni animaliste. «Agli slogan - si legge nel documento - crediamo sia giusto rispondere con spiegazioni e dati di fatto nella speranza che si apra un confronto con chi in buona fede è convinto del contrario. Dal dialogo e dal reciproco rispetto potrebbero uscire anche soluzioni ancor più avanzate a tutela del benessere degli animali e non solo nell'interesse della salute umana. L'auspicio di tutti è che, finalmente, si abbandoni ogni tipo di preconcetto e di fondamentalismo, per iniziare a fornire informazioni corrette e precise a chi, giustamente, vuole essere certo che la sperimentazione animale venga effettuata solo quando assolutamente necessaria e nel totale rispetto delle leggi e dei principi etici».


Partecipano al convegno: Kirk Leech, coordinatore europeo di EARCC; Dominic Wells, Royal Veterinary College di Londra; Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche 'Mario Negri'; monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara; Mario Melazzini, presidente ARISLA; Paola Binetti, deputata di Scelta Civica e neuropsichiatra infantile; ricercatori da atenei ed enti pubblici e privati, studenti, associazioni scientifiche.