Telecure per l'Africa (e non solo): Ght onlus lancia il «radiotaxi» della sanità

L'idea della telemedicina per «globalizzare» la sanità e aiutare le popolazioni delle aree più svataggiate del pianeta non è nuova, ma la governance e la tecnologia sì. E soprattutto si tratta di un'idea low cost, con spese di gestione di poche migliaia di euro l'anno. E' la Global health telemedicine (Ght) , una onlus romana operativa da 5 mesi, che ha già al suo attivo 605 teleconsulti e sei Centri di telemonitoraggio, quattro in Tanzania e due in Mozambico.

Ght è un servizio di teleconsulto medico, open source, gratuito, multidisciplinare che si avvale di un pool di specialisti italiani che prestano gratuitamente la loro consulenza rispondendo ai quesiti medici sanitari dai luoghi più isolati e svantaggiati del pianeta. Si rivolge soprattutto, ma non solo, ai Paesi in via di sviluppo, con particolare attenzione all'Africa Sub-Sahariana. Offre un aiuto concreto a centri clinici remoti che ricevono referti di esami strumentali e/o indicazioni diagnostiche e terapeutiche su diversi casi clinici.

Un frutto maturo del progetto Dream. L'iniziativa è una «costola» del progetto Dream , avviato nel 2002 dalla Comunità di Sant'Egidio, per la prevenzione e il trattamento dell'Aids e della malnutrizione in Africa (si veda la recensione de «La nostra Africa»).

Come funziona. Ogni Centro remoto installa il software gestionale e correda la postazione con strumentazione modulare quale l'elettrocardiografo, il saturimetro (strumento che misura l'ossigenazione del sangue), la webcam, l'oftalmoscopio, l'otoscopio, lo scanner per digitalizzazione di Rx ecc. La richiesta inviata dal software sarà "smistata" automaticamente, anche in considerazione dell'idioma, allo specialista disponibile che tramite smartphone o Pc prenoterà la risposta impegnandosi a rispondere entro 24 ore o, nel caso di urgenze, nel più breve tempo possibile.

«Per questo il sistema è paragonato a un "Radio Taxi" mondiale della sanità - spiega Michelangelo Bartolo, tra gli ideatori del progetto Dream e segretario Generale della Global health telemedicine onlus - dove lo specialista disponibile viene richiesto da un Centro remoto e si impegna a rispondere al quesito clinico. La risposta sarà poi visionata dai sanitari locali attraverso il software oppure on line. Il Centro Servizi, vero cuore operativo, oltre ad avere funzioni di help desk per i medici specialistici e per i Centri remoti, supervisiona e, se necessario, interviene per garantire il buon esito e la corretta tempistica di ogni teleconsulto. Ovviamente Global health telemedicine, essendo una Onlus, fonda il suo operato sul contributo del lavoro specialistico volontario di professionisti del mondo dell'informatica, del web e della sanità, tra questi ultimi una dozzina di medici».

Ma la tecnologia non basta. La componente umana del progetto e il contributo dei sostenitori - i diritti d'autore de «La nostra Africa» (Cangemi editore, 2012) sono interamente devoluti a Ght - sono fondamentali: «Dietro ogni Pc c'è una persona - sottolinea padre Giulio Albanese, direttore di Popoli e Missione e leader opinion sull'Africa - e la vera sfida di un programma di teleconsulto così ambizioso è quella di saper coinvolgere e motivare i diversi attori. I primi dati di attività di Ght sono confortanti in questo senso e dimostrano che la Onlus ha raggiunto tale obiettivo». Per informazioni: info@ghtelemedicine.org

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