Dal governo

I governatori a Renzi: «Le risorse sanitarie concordate fino al 2016 non si toccano e devono restare nel Ssn»

«E' necessario confermare quanto già concordato al Tavolo sul Patto della Salute». Sono andati subito al sodo i governatori nell'incontro di questa mattina con il presidente del Consiglio Matteo Renzi per quanto riguarda la sanità.

E come primo gradino hanno formalizzato in un loro documento i punti chiave del rapporto Governo Regioni.

Al primo posto il Fondo sanitario nazionale. «Sono state definite le risorse per il Ssn e ciò permetterà un'adeguata pianificazione del budget per assicurare la sostenibilità del Ssn, per garantire l'universalità del sistema e i Livelli essenziali di assistenza (Lea) in modo appropriato e uniforme. Si evidenzia pertanto la necessità di assicurare i finanziamenti così definiti:
- 109.902.000.000 euro per l'anno 2014
- 113.452.000.000 euro per l'anno 2015
- 117.563.000.000 euro per l'anno 2016».

Ovviamente l'entità dei fondi è la chiave di volta del Patto, ma c'è anche un punto che fa da fulcro della discussione: «E' stato altresì concordato - scrivono le Regioni nel documento - che i risparmi derivanti da azioni di razionalizzazione della spesa sanitaria debbano rimanere nella disponibilità dei bilanci sanitari».

Poi gli aspetti su cui già si era aperto un confronto con il Governo Letta. Sul riparto dei fondi tra le Regioni i governatori ribadiscono che «dovrà avvenire attraverso nuove modalità di pesature, secondo i criteri già indicati dall'articolo 1, comma 34, della Legge 662/96, sulla base dell'Accordo già intervenuto in Conferenza delle Regioni».

E ricordano a questo proposito che si sono svolti diversi incontri per l'elaborazione del Patto salute, in particolare sui temi dell'adeguamento dei Lea, con l'impegno di un Dpcm entro il 30 giugno 2014; della revisione delle misure di compartecipazione ed esenzione; della gestione delle risorse umane; dell'assistenza ospedaliera.

Per quanto riguarda le criticità, le Regioni sottolineano quelle nel settore dell'edilizia sanitaria - ex art.20 L. 67/68 - e negli investimenti che sono praticamente fermi. E nelle Politiche sociali aggiungono che è necessario far confluire in un Fondo unico le risorse frammentate.

Patto di stabilità
Non solo Sanità ovviamente nel documento delle Regioni che ritengono fondamentale affrontare in tempi rapidi il tema del patto di stabilità rivedendo i vincoli europei e nazionali, per consentire l'attivazione di investimenti sui territori. In particolare - scrivono i governatori - occorre escludere dal patto le spese per investimento finanziate senza debito e con risorse autonome, quelle relative agli investimenti strategici ovvero obbligati, quali quelli per la prevenzione del dissesto idrogeologico, e le risorse del cofinanziamento nazionale per la programmazione 2014-2020, comprese le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC, ex FAS), e quelle gestite tramite il Piano di Azione Coesione (PAC).
E bisogna rivedere il riparto tra le Regioni superando definitivamente il criterio della spesa storica.

Riforme costituzionali
Il Senato delle Regioni dovrà essere formato con elezione di secondo grado e senza indennità. E andranno ben definite le competenze. Nell'incontro con Renzi le Regioni hanno anche fatto il punto, in un documento dedicato, sulla riforma del Titolo V.

E oltre a illustrare i loro punti di vista sull'applicazione hanno anche chiarito che nella fase di transizione «una riforma di così forte impatto presuppone che siano anche coerentemente tracciate le linee di una transizione capaci di guidare il sistema verso il nuovo assetto, tanto per quanto concerne le funzioni (come le leggi bicamerali sulle funzioni cui si è fatto cenno) tanto per quanto concerne l'entrata a regime dei nuovi organi. A livello territoriale, sono già in atto processi di riorganizzazione per il governo delle aree vaste (provinciali o metropolitane) che richiedono anch'essi il forte presidio di meccanismi transitori».

«Le Regioni - conclude il documento - si riservano, comunque, di presentare specifiche proposte di modifica del testo governativo, anche al fine di completare il proprio contributo in ordine ad aspetti di notevole rilevanza, come il sistema generale di finanziamento delle funzioni, il coordinamento della finanza locale, il ruolo e la collocazione nel testo costituzionale delle città metropolitane, la disciplina fondamentale per garantire il funzionamento dell'Assemblea, le prerogative dei componenti gli organi legislativi statali e regionali».

Risparmi sanitari: le risorse restano nel Ssn
«È giustissimo razionalizzare la spesa sanitaria, ma il Patto della Salute va esattamente in questa direzione», ha affermato il presidente delle Regioni Vasco Errani, al termine dell'incontro con il governo, parlando della spending review allo studio dell'Esecutivo.
«Il premier - ha detto ancora rrani - si è riservato un ulteriore approfondimento» sul tema della spending review nella sanità.
«È stato concordato che i risparmi da razionalizzazione della spesa sanitaria - ha aggiunto Roberto Maroni della Lombardia - devono rimanere all'interno del comparto sanitario».

Errani: «Riforma istituzionale, una sfida alla quale le Regioni vogliono partecipare»
«Abbiamo apprezzato il fatto che il presidente del Consiglio abbia dato un ruolo importante alle Regioni in questa sfida per partecipare al riforma istituzionale», ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al termine dell'incontro con il Governo. Una sfida, ha aggiunto, «alla quale le Regioni vogliono partecipare».

«Siamo d'accordo sulla creazione del Senato delle Autonomie. C'è un'intesa in tal senso tra le Regioni e tra queste e l'Anci. Abbiamo inoltre proposto un meccanismo che consenta di superare meglio le competenze e i conflitti istituzionali a cui siamo stati sottoposti in questi anni. Sono proposte costruttive, come ha sottolineato anche il ministro Boschi con cui ci apprestiamo a lavorare».

«Abbiamo definito un percorso di collaborazione ed entro la fine del mese di marzo troveremo sicuramente una sintesi positiva», ha aggiunto Errani».

Errani ha anche spiegato che al Consiglio europeo di Bruxelles il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, chiederà che i fondi strutturali vengano esclusi dai vincoli del Patto di stabilità.