Dal governo

Lorenzin: «Basta altri tagli alla sanità o salta il banco»

di Roberto Turno (dal Sole 24 Ore di ieri)


«Basta altri tagli o nella sanità salta il banco». E basta a «beceri giochi di potere». Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, conferma lo stop ai tavoli della spending review di Carlo Cottarelli sulla sanità e dà l'altolà a interventi sulla spesa di Asl e ospedali che bypassino gli accordi del «Patto» con le regioni. I risparmi li deciderà il «Patto», tiene il punto, e tutti i risparmi resteranno in casa Ssn. «La sanità ha già "dato" con 25 miliardi di risparmi», aggiunge. E nega che i fondi in crescita per 7,6
nel 2015-2016 siano un «aumento»: sono frutto del Def, delle leggi di bilancio e stabilità e dell'accordo politico di dicembre, afferma il ministro. Con un allarme in più: nel Ssn la situazione «è esplosiva». A partire dal Sud. Per questo servono iniezioni di investimenti. E di controlli.
Ministro Lorenzin, con le regioni per il «Patto sulla salute» avete concertato più fondi per 7,6 miliardi nel 2015-16. Sembra una mossa in controtendenza rispetto ai tagli promessi alla spesa pubblica.
Ma quale aumento. Il Patto è un un accordo triennale che deve avere una cornice sicura di programmazione finanziaria. E i dati che indichiamo non sono inventati, ma la foto dell'esistente che emerge dal Def, dalle leggi di bilancio e di stabilità e dall'accordo politico di dicembre in cui s'è convenuto che la sanità aveva già fatto la sua parte con i tagli alla spesa. Dal 2010 sono stati tagliati 25 miliardi e i tagli più consistenti, dopo la spending di Monti, arriveranno nei prossimi tre anni e cresceranno ancora. Oltre non si può andare, sarebbe insostenibile.
Ma il Fondo sanitario intanto crescerà.
Ripeto: non abbiamo aumentato il Fondo. Stiamo cercando di riportare alla normalità una situazione insostenibile. È in gioco la garanzia dei livelli essenziali di assistenza, a partire dal Sud. Con investimenti fermi, infrastrutture congelate, blocco dei contratti e del turn over, in alcune regioni da quasi 10 anni.
Sta facendo un quadro drammatico.
È così: è una situazione esplosiva. Non è un caso se gli operatori non sono in grado di assicurare le prestazioni nei pronto soccorso. Faccio un esempio: con l'apertura delle "frontiere sanitarie", come possiamo pensare di intercettare i pazienti dall'estero? Senza ristrutturazioni e investimenti, la migrazione sanitaria non sarà più da una regione a un'altra, dal sud al nord in genere, ma dall'Italia verso l'estero. Mentre nel frattempo c'è una previsione di crescita formidabile di spesa, per dire, della farmaceutica. Pensi che tra un anno entrerà sul mercato un farmaco che eradica l'epatite C: costerà 3 miliardi l'anno. Questo è il
quadro intorno a cui ragionare.