Aziende e regioni

Sardegna: stop al progetto da 800 milioni per la costruzione di 4 nuovi ospedali

di Davide Madeddu

S
24 Esclusivo per Sanità24

Stop al progetto da 800 milioni per 4 nuovi ospedali della Sardegna. La giunta regionale guidata da Alessandra Todde ha definitivamente mandato in archivio il progetto lanciato sul finire di legislatura dall’esecutivo di Christian Solinas che prevedeva, appunto, la realizzazione di quattro presidi ospedalieri a Cagliari, Sassari, Alghero e nel Sulcis. La decisione è arrivata durante la seduta dell’esecutivo regionale che si è svolta nel palazzo del Consiglio al termine dei lavori dell’Aula. L’esecutivo ha approvato la delibera proposta dall’assessorato della Sanità guidato da Armando Bartolazzi, che annulla la delibera adottata a due giorni dalle elezioni regionali con cui si prendeva atto”degli studi di fattibilità presentati dalle Asl per la realizzazione di nuovi presidi ospedalieri”. Poi nell’incontro con la stampa la spiegazione: «Sul provvedimento non c’era copertura finanziaria - ha spiegato la presidente ai giornalisti al termine della riunione - e, così come in tutti questi cinque anni di giunta non si è fatta programmazione, si è pensato di costruire questi quattro ospedali senza prevedere cosa sarebbe successo agli altri».
Gli studi di fattibilità stoppati riguardavano il «progetto di realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero nella città di Cagliari». Il progetto di «realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero territoriale unico del Sulcis Iglesiente». Poi lo studio di fattibilità «per il progetto di realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero di eccellenza nella città di Alghero». Infine «lo studio di fattibilità per il progetto di realizzazione di un nuovo ospedale a Sassari».
La governatrice ha rimarcato che «prima di spendere 800 milioni per i nuovi ospedali occorre capire bene cosa dobbiamo fare per far funzionare quelli esistenti e investire in edilizia ospedaliera dove serve». Poi qualche esempio su ciò che è presente nei territori e che deve essere quindi valorizzato. «Il Cto di Iglesias, per esempio, ha sale operatorie bellissime, migliori di quelle del San Raffaele, ma poi non ci sono i medici per condurle - ha aggiunto -. L’obiettivo è dunque un altro: vogliamo portare avanti un processo che possa servire ai sardi e non costruire scatole vuote, un processo che ridistribuisce le risorse correttamente sia agli ospedali esistenti, che in molti casi stanno soffrendo, sia nella distribuzione dei medici e per il rilancio della medicina territoriale». Che non significa comunque no a eventuali interventi di edilizia: ««Se ci sarà bisogno di edilizia ospedaliera non ci tireremo indietro, ma sarà solo a seguito di una programmazione accurata».


© RIPRODUZIONE RISERVATA