Aziende e regioni

Legge di Stabilità: la Lombardia ricorre alla Corte costituzionale

La Giunta regionale lombarda ha «deliberato l'impugnativa davanti alla Corte Costituzionale della legge di stabilità 2015, in alcune sue parti»: lo ha annunciato il presidente Roberto Maroni, in una conferenza stampa. Maroni contesta le modalità dei tagli alle Regioni e le norme sul personale delle Province, aspetti «lesivi dei poteri dati alle Regioni dalla Costituzione».

Secondo il presidente lombardo non può «essere il Governo, o il Parlamento con legge, a costringere la Regione ad assumere i dipendenti delle Province, non è così: la Costituzione dice un'altra cosa, quindi è una norma assolutamente incostituzionale. Per cui questo nostro ricorso ha l'obiettivo di far dichiarare incostituzionali queste norme e ristabilire i principi contenuti nella Costituzione, che stabilisce che per queste materie la competenza a decidere è delle Regioni e non del Governo».

La decisione della Lombardia sarà comunicata domani da Maroni alla Conferenza delle Regioni, «essendo previsto per domani l'incontro tra le Regioni e il Governo, per sancire l'intesa sul riparto dei tagli alle Regioni e l'iniziativa assunta oggi interferirà con questa intesa, se si dovesse raggiungere».

Il ricorso riguarda tre punti. Innanzitutto il comma 398, che prevede, ha sottolineato Maroni, «un meccanismo di ripartizione in base al Pil e alla popolazione residente come unici indicatori, in quanto l'attuazione di questo comma ha l'effetto di rovesciare gli equilibri della perequazione sfavorendo le Regioni virtuose come la Lombardia e favorendo invece le Regioni meno virtuose; questo viola gli articoli 3, 117-comma 6 e 119 della Costituzione. Abbiamo inoltre impugnato - ha proseguito Maroni - la parte del comma 421 che prevede la riduzione della dotazione organica delle Città metropolitane e delle Province in misura rispettivamente del 50 per cento e al 30 per cento, perché questo lede la potestà legislativa regionale sui conferimenti delle funzioni amministrative agli Enti locali, violando l'articolo 118 della Costituzione. Infine, - ha elencato l'ex ministro - abbiamo impugnato il comma 424, nella parte in cui prevede la ricollocazione anche nei ruoli delle Regioni del personale in sovrannumero delle Città metropolitane e Province, perché viola il principio di autonomia finanziaria previsto dall'articolo 119 della Costituzione».