Aziende e Regioni

Doveecomemicuro, un semaforo verde orienta i pazienti

di Barbara Gobbi e Flavia Landolfi

Orientare i pazienti nella scelta del luogo di cura. Che magari è più vicino di quanto si pensi. E' questa la mission del portalewww.doveecomemicuro.it , frutto del lavoro di due anni di un team di ricercatori coordinato da Walter Ricciardi, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell'Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma. «L'obiettivo - spiega - era realizzare un supporto informativo rivolto ai cittadini attraverso un'iniziativa cosiddetta di "public reporting", capace di rafforzare il principio di responsabilità sociale all'interno del Servizio sanitario nazionale, secondo cui i decisori e le organizzazioni sanitarie devono rispondere delle proprie azioni e performance verso i cittadini, in termini di trasparenza comportamentale, amministrativa, gestionale, strategica ed economica». Uno strumento di empowerment del cittadino, dunque, che nello stesso tempo dovrebbe fungere da stimolo al miglioramento continuo della qualità dell'assistenza sanitaria. «Non a caso - precisa Ricciardi - alcune esperienze internazionali come "Nhs choice" del ministero della Salute britannico hanno messo in evidenza una lieve riduzione della mortalità per le diverse patologie in presenza di attività di public reporting». Un'operazione utile anche in vista della nuova direttiva sull'assistenza transfrontaliera, entrata in vigore il 25 ottobre. «E' chiaro - aggiunge Ricciardi - che per scegliere il luogo dove curarsi un cittadino dovrebbe avere accesso a informazioni chiare, rigorose e tempestive sulla qualità dei servizi offerti, quelli che giustificano il sacrificio di spostarsi da casa propria per avere cure adeguate».

I «semafori» della qualità. Dopo il Programma nazionale Esiti , curato da Agenas, l'operazione trasparenza va quindi avanti, e questa volta è tutta focalizzata sull'informazione - semplice e facilmente comprensibile - agli utenti.
La ricerca può essere effettuata relativamente alla parte del corpo o al problema di salute di proprio interesse (si può spaziare tra 15 parti del corpo e 28 problemi di salute) oppure immettendo criteri di distanza geografica. Ne risulta la segnalazione delle strutture di riferimento (aziende ospedaliere, aziende ospedaliero universitarie, policlinici universitari, Irccs, enti di ricerca) per quella patologia, contrassegnate da una simbologia basata sulla logica dei semafori (rosso, giallo e verde) che permette di sintetizzare i dati di qualità dal migliore al peggiore. Per il cittadino-paziente si tratta dunque di cercare le strutture "promosse" nella gestione di quella patologia tra quelle con il semaforo verde più vicine a casa. Una legenda aggiuntiva, basata sulla misurazione "a tacche" - come quella della batteria del telefonino - aiuta a orientarsi nella scelta indicando quanto la performance della singola struttura si avvicina agli standard internazionali di qualità dell'assistenza.

Gli indicatori. Le aziende sanitarie sono valutate sulla base di un set di 50 indicatori di qualità selezionati mediante una revisione sistematica delle fonti di dati disponibili sulla qualità assistenziale delle strutture sanitarie Italiane. Le fonti utilizzate sono il ministero della Salute, l'Istat, lo Sportello Cancro–Fondazione Veronesi, l'Agenas, l'Atlante Sanitario Era Web, l'Osservatorio nazionale per la Salute nelle Regioni italiane.
La qualità dell'informazione è garantita da un comitato scientifico, composto dai massimi esperti mondiali sulla trasparenza e sul valore per i pazienti, mentre la sicurezza del sistema di valutazione è garantita da un monitoraggio continuo e dall'aggiornamento costante dei dati da parte dei ricercatori del team.

La classifica. Le strutture sanitarie sono confrontate su vari fronti: con una "classifica" che posiziona ciascuna per come si colloca rispetto alle strutture che offrono le migliori prestazioni a livello nazionale, con una classifica che le mette a diretto confronto tra loro, ovvero compara ciascuna struttura nazionale con le altre del Ssn in termini relativi. A ogni struttura è associato un livello di qualità nel trattamento di ciascuna patologia (buono, discreto e insufficiente) espresso da un colore (verde, giallo, e rosso), a seconda della sua collocazione rispetto alla distribuzione di frequenza nazionale: il verde indica le strutture con i valori migliori per la gestione di una certa patologia (superiori al 67° percentile) il giallo indica le strutture con valori dell'indicatore moderatamente adeguati rispetto alla mediana nazionale (compresi nel range tra il 67° e il 33° percentile); infine il semaforo rosso indica le strutture che hanno dei valori dell'indicatore molto inferiori rispetto alla media nazionale (al di sotto del 33° percentile).

I risultati principali. Il medagliere (cioè chi sale più spesso sul podio dei primi tre classificati per 17 indicatori di qualità) premia tre ospedali lombardi e uno laziale pari merito: gli Spedali Civili di Brescia, l'Ospedale di Magenta, il Centro cardiologico Monzino di Milano e l'Azienda ospedaliera S. Andrea di Roma. Per i parti il più virtuoso è l'Ospedale S.Anna di Torino (7.913 nascite nel 2012), per percentuale di cesarei l'Ospedale Vittorio Emanuele III presso Carate Brianza, in Lombardia (4,68% cesarei per cento parti), contro una media nazionale di 26,27%. L'ospedale migliore dove essere ricoverati in caso di infarto è l'Azienda ospedaliera S. Maria degli Angeli - sede di Sacile a San Vito al Tagliamento – in Friuli Venezia Giulia con 1,68 decessi per 100 ricoveri, mentre con il 77,41% dei pazienti, l'Azienda Ospedaliera Policlinico Tor Vergata di Roma è l'ospedale che registra la migliore performance negli interventi di angioplastica in 48 ore. Il livello minimo di decessi per scompenso cardiaco si registra al Cardiologico Monzino, mentre l'Azienda ospedaliera universitaria di Modena ha il minor tasso di decessi a 30 giorni dal ricovero per ictus. Mortalità post ricovero al minimo, ma questa volta per la frattura al collo del femore, per il Cto di Milano; per gli interventi entro 48 ore invece la palma va all'Istituto Rizzoli di Bologna. Il miglior ospedale per il tasso (minimo) di mortalità in seguito a ricovero per Bpco risulta poi la Fondazione Maugeri - Cassano delle Murge - Puglia con lo 0,5%. Focus anche sui dati per i tumori: per la mortalità a 30 giorni dall'intervento, rispettivamente al colon, al retto e al polmone, eccellono l'ospedale di Magenta (Lombardia), l'Azienda ospedaliera di Perugia e il San Martino di Genova. L'Aou Careggi di Firenze è invece la migliore nell'evitare un secondo intervento a chi abbia subito un'artroscopia del ginocchio.

La polemica. Che fine ha fatto il finanziamento del portale informativo nazionale che il ministero della Salute avrebbe dovuto attivare con un finanziamento da 6 milioni ex fondi Cipe? Questo si chiede e chiede il governatore del Veneto Luca Zaia. «Trovo assurdo - spiega il presidente in un comunicato - che una classifica venga redatta da privati utilizzando dati pubblici che, apprendo ancora una volta da agenzie di stampa, sarebbero il ministero della Salute, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari-Agenas, l'Istat. Il ministero stesso ha stanziato 6 milioni per la realizzazione di un portale nazionale che, ai sensi del Dlgs 68, articolo 30, dovrebbe informare circa l'uniformità dell'assistenza, la qualità delle cure e il monitoraggio costante dell'efficienza ed efficacia dei servizi sanitari. Portale cui la Conferenza Stato-Regioni ha affidato la realizzazione alla Regione Veneto». da qui la richiesta al ministro affinché «mi dia urgentemente un chiarimento sul perché i fondi Cipe per tale portale restano bloccati, ma soprattutto perché a privati viene continuamente consentito di utilizzare dati pubblici».

LA SCHEDA REGIONE PER REGIONE

ABRUZZO

BASILICATA

CALABRIA

CAMPANIA

EMILIA ROMAGNA

FRIULI VENEZIA GIULIA

LAZIO

LIGURIA

LOMBARDIA

MARCHE

MOLISE

BOLZANO

TRENTO

PIEMONTE

PUGLIA

SARDEGNA

SICILIA

TOSCANA

UMBRIA

VALLE D'AOSTA

VENETO