Aziende e Regioni

La Lombardia nega il diritto al pediatra di base ai bambini stranieri figli di irregolari

di Barbara Gobbi e Rosanna Magnano

La Lombardia nega il diritto al pediatra di base per i bambini figli di immigrati irregolari. Al Consiglio regionale del 2 luglio è stata bocciata da Centrodestra la mozione presentata dal Patto Civico (primo firmatario Umberto Ambrosoli) e sottoscritta dagli altri esponenti del Patto Civico e da alcuni consiglieri del Partito Democratico, con la quale si chiedeva il
riconoscimento "dell'assistenza sanitaria di base anche per i minori
non regolari" con "l'attribuzione del pediatra di libera scelta e l'erogazione di determinate prestazioni sanitarie per i figli di immigrati extracomunitari senza permesso di soggiorno". L'Aula si è divisa a metà: il Centrodestra ha negato che la Lombardia non assiste i bambini non regolari e ha accusato i gruppi di opposizione di "sfruttare" la questione per portare avanti invece la
"battaglia ideologica che punta alla cancellazione della legge Bossi-Fini che regola i flussi immigratori". "I bambini degli irregolari possono già contare su un'ampia offerta di prestazioni offerte dal nostro sistema sanitario - ha spiegato in aula l'assessore alla Sanità, Mario Mantovani. "A parte le urgenze, riconosciute da tutti i pronto soccorso, ci sono poi le cure essenziali e gli interventi di medicina preventiva, tutti servizi a carico della nostra sanita'".
Ambrosoli nel suo intervento ha sottolineato che questo servizio è già attivo nelle Regioni Friuli Venezia Giulia, Umbria, Toscana e nella Provincia autonoma di Trento, e che la lacuna che interessa la Lombardia deve essere colmata "perche' lasciare senza cure continuative un bambino non è un'eccellenza ma una barbarie".
"Vogliamo solo la parità di accesso al sistema sanitario", ha sottolineato in aula Ambrosoli. Il Consigliere del Pd Fabio Pizzul ha annunciato che chiederà in commissione Sanità l'audizione di Caritas e Naga che si occupano dei bambini non regolari per testimoniare "che così come vengono erogate, le cure non garantiscono rispetto per i minori ed efficacia".

Associazione studi giuridici per l'immigrazione (Asgi) e Società italiana di medicina delle migrazioni (Simm) promettono battaglia. "Il voto contrario alla mozione - sottolinea l'Asgi - i diritti fondamentali dei soggetti già vulnerabili, viola il rispetto di obblighi nazionali e internazionali, contrasta con le scelte operate dalla conferenza Stato Regioni". Secondo l'Asgi si priva del diritto alla cura chi è più vulnerabile e non si tutela la salute pubblica. "La scelta operata ieri dal Consiglio Regionale lombardo - continua l'associazione - ignora infatti che, come confermato da pronunce proprio del Tribunale di Milano, il minore non può mai essere considerato "irregolare" essendo comunque non espellibile ai sensi dell'art. 19 della legge italiana sull'immigrazione. Inoltre sia l'art. 35 dello stessa legge e la Convenzione ONU per i diritti del fanciullo all'art. 24 garantiscono il diritto di ogni minore di "beneficiare dei servizi medici" senza alcuna discriminazione, indipendentemente dalla loro nazionalità, regolarità del soggiorno o apolidia".
Infine l‘Accordo che la Conferenza Stato-Regioni ha recentemente elaborato proprio allo scopo di rendere uniforme ed efficace l'accesso dei migranti ai servizi sanitari su tutto il territorio italiano prevede il riconoscimento del pediatra di libera scelta anche per i minori senza regolare permesso di soggiorno. "La scelta della Regione Lombardia - conclude l'Asgi - è dunque in contrasto con tali norme; ma è anche una scelta miope e inefficiente perché meno difficoltà nell'erogazione delle prestazioni e una precoce diagnosi delle malattie grazie alla maggiore prevenzione si traduce in costi inferiori per la Pubblica Amministrazione e permette una migliore salvaguardia della salute collettiva". Asgi e Simm si attiveranno per promuovere in tutte le sedi opportune, ivi compresa quella giudiziaria, tutte la azioni possibili affinché siano rispettate le norme nazionali e internazionali e sia tutelato il diritto alla salute di tutti, senza esclusioni.

Il testo della mozione


IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA

PREMESSO CHE
secondo i dati fomiti dall'ORIM (Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicità) il numero dei cittadini stranieri extracomunitari che risiedono in Lombardia è aumentato sensibilmente negli ultimi anni;
che i figli di stranieri senza permesso di soggiorno possono accedere alle strutture sanitarie solo per prestazioni urgenti ed essenziali, come le vaccinazioni o per patologie che, se non curate, provocano danni permanenti;
che i figli di cittadini stranieri senza permesso di soggiorno hanno diritto
all'assistenza del pediatra di famiglia solo fino ai 6 mesi di vita, il che significa che manca la continuità delle cure e la prevenzione, determinando evidenti rischi anche per la salute pubblica;
CONSTATATO CHE
il DPR n. 394/99, ha delegato alle regioni italiane l'organizzazione dei servizi sanitari, ovvero la definizione dei destinatari e dei luoghi dove fornire l'assistenza sanitaria:
"le regioni individuano le modalità più opportune per garantire le cure essenziali e continuative, che possono essere erogate nell'ambito delle strutture della medicina del territorio o nei presidi sanitari accreditati, strutture in forma poliambulatoriale od ospedaliera, eventualmente in collaborazione con organismi di volontariato aventi esperienza specifica;
CONSTATATO INOLTRE CHE
le regioni come Friuli Venezia Giulia, Umbria, Toscana, e P.A. di Trento prevedono l'accesso dei minori irregolari anche all'assistenza pediatrica fornita dai PLS;
CONSIDERATO CHE
i figli degli stranieri senza permesso di soggiorno non hanno diritto al pediatra di famiglia cioè alla continuità delle cure e che questo determina una limitazione del diritto alla salute del minore che si trova chiaramente in contrasto con la Convenzione sui diritti del fanciullo, che stabilisce che tutti i minori, senza discriminazioni, devono avere accesso ali' assistenza sanitaria;
CONSIDERATO INOLTRE CHE
- il Parlamento Europeo ha invitato gli Stati membri, con la Risoluzione A7-0032/2011 dell'S febbraio 2011, "ad assicurare che i gruppi più vulnerabili, compresi i migranti sprovvisti di documenti, abbiano diritto e possano di fatto beneficiare della parità di accesso al sistema sanitario" e "a garantire che tutte le donne in gravidanza e i bambini, indipendentemente dal loro status, abbiano diritto alla protezione sociale quale definita nella loro legislazione nazionale, e di fatto la ricevano";
- che molti medici in diverse strutture, ottemperando al giuramento di Ippocrate, prestano comunque l'assistenza in una condizione di indeterminatezza che rischia di risultare in contrasto con le normative;
VISTO CHE
gli artt. 2 comma 2 e il 24 della Convenzione di New Y ork disciplinano la tutela del
diritto alla salute di tutti i minori non solo di quelli che hanno la cittadinanza;
l'art. 32 comma 2 della Costituzione recita: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti";
INVITA IL PRESIDENTE E LA GIUNTA REGIONALE:
a riconoscere l'assistenza sanitaria di base anche per i minori non regolari tramite l'attribuzione del Pediatra di libera scelta e l'erogazione di determinate prestazioni sanitarie per i figli di immigrati extracomunitari senza permesso di soggiorno.


Umberto Ambrosoli
Lucia Castellano
Fabio Pizzul
Laura Barzaghi
Roberto Bruni
Carlo Borghetti
Michele Busi
Marco Carra
Paolo Micheli
Gianantonio Girelli
Sara Valmaggi