Aziende e Regioni

Polveriera Lazio: 23 ambulanze dell'Ares 118 bloccate a Roma per mancanza di posti letto negli ospedali. Balduzzi: «Subito una relazione». Polverini: «Problema risolto»

Da ultimo, stamane è scoppiato il caso di 23 ambulanze bloccate a Roma nei pronto soccorso, perché gli ospedali non riescono a trovare posti letto disponibili per i pazienti. «I mezzi di soccorso non riescono a ritornare operativi», ha scritto al prefetto, al questore e al sindaco, nonché alle direzioni degli ospedali e dei pronto soccorso della capitale il direttore dell'Ares 118 di Roma, Livio De Angelis. Un sos in piena regola, davanti al quale il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha chiesto «una relazione urgentissima» alla Regione Lazio.

«'Comunichiamo - si legge nella lettera - che la Centrale operativa Ares 118 di Roma sta ricevendo un elevato numero di richieste di soccorso. Contemporaneamente molti mezzi di soccorso sanitario propri di Ares 118 , dopo aver trasportato un paziente presso alcuni pronto soccorso di Roma, comunicano di non riuscire a ritornare operativi e disponibili per effettuare altri soccorsi urgenti a causa del fatto che la barella auto caricante propria del mezzo è trattenuta dal personale del pronto soccorso stesso». Alle 12.45 erano bloccate ben 23 ambulanze. «Si chiede alle istituzioni che leggono per conoscenza - conclude - di intervenire allo scopo di contribuire a risolvere la gravissima problematica descritta».

La governatrice Renata Polverini ha subito convocato il direttore generale dell'Ares 118, Antonio De Santis, insieme con De Angelis. Mentre fioccano le polemiche. «È il frutto dei tagli indiscriminati operati nel settore della sanità», ha commentato il Codacons. «Mentre Bondi abbandona la sanità laziale per dedicarsi a sostenere Mario Monti in politica, i cittadini pagano le spese delle sue scelte».

«Se si tagliano i posti letto prima di aver dotato il territorio dei servizi adeguati, questo é il risultato. E roma ne é in questo momento esempio lampante, a pagarne le conseguenze sono i cittadini», è il commento di Giuseppe Scaramuzza, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva «Da almeno due anni denunciamo lo stato di emergenza dei pronto soccorso, non solo nella capitale, e la carenza nell'assistenza territoriale». Alcuni dati: i cittadini che si sono rivolti al servizio di consulenza, informazione e tutela Pit salute hanno denunciato problemi nell'assistenza ospedaliera con un aumento delle segnalazioni dal 7,2% del 2010 al 7,4% del 2011. I cittadini segnalano, in particolare, disagi nei settori delle emergenze-urgenze (118 e pronto soccorso) con un dato elevato e costante: 41,4% nel 2010 e 43,8% nel 2011, con poche vetture attrezzate e medici a disposizione. E facendo riferimento al solo
lazio, le segnalazioni sulla rete dell'emergenza e del pronto soccorso sono passate da poco più dell'1% nel 2010 a ben l'11% nel 2011.
«La vera emergenza del Lazio - continua Scaramuzza - é la mancanza di strutture sanitarie territoriali di prossimità, dove le persone con piccoli problemi, come punti di sutura o una colica renale o malanni stagionali, possono recarsi senza aspettare ore o giorni interi come nei pronto soccorso dei grandi ospedali. Questi sono gli impegni che chiediamo ai candidati alla presidenza della regione lazio. Chiediamo inoltre a tutte le
parti politiche di non strumentalizzare questa situazione di difficoltà per i cittadini e per chi lavora nei pronto soccorso. In questi ultimi 10 anni ci sono state tante promesse mai mantenute da nessuno. Solo riduzione e chiusura di strutture senza dare in cambio assistenza territoriale ai cittadini».

A due giorni dalla nomina del nuovo commissario, Filippo Palumbo, la sanità laziale, e romana in particolare, sembra sempre più vicina al collasso. Al nodo irrisolto dell'Idi-San Carlo si sono infatti aggiunti i ridimensionamenti in vista per il San Filippo Neri, dove oggi i lavoratori hanno incontrato il candidato del centrosinistra alle regionali Nicola Zingaretti; l'allarme rosso scattato al Fatebenefratelli, dove 1.500 persone da dicembre non percepiscono lo stipendio; le criticità strutturali denunciate dal direttore generale del Policlinico Umberto I, che aspetta da anni 103 milioni di euro assegnati e mai visti. Restano in allerta anche i lavoratori del Cto, che dal 6 dicembre protestano contro ogni ipotesi di chiusura e di ridimensionamento.

Al termine della riunione dell'Ares 118 con la presidente Polverini
«la problematica» del blocco delle ambulanze a Roma «appare del tutto risolta», ha reso noto poco fa la Regione Lazio.

«Di questo - si spiega - Polverini ha già informato il sindaco e il prefetto di Roma»

«La presidente Polverini - si legge in una nota della Regione - ha incontrato nella sede della Giunta il dg dell'Ares 118 Antonio De Santis e il direttore della centrale operativa 118 di Roma Livio De Angelis, per verificare la situazione relativa al blocco delle ambulanze a Roma. La lettera dei vertici dell'Ares 118 è stata inviata, come già accaduto in occasioni similari negli anni passati almeno fin dal 2009, al sindaco, al prefetto, al questore e alle direzioni generali e sanitarie delle strutture ospedaliere di Roma. Con questa comunicazione - spiega ancora la Regione - i vertici dell'Ares hanno ottemperato a un obbligo di legge per garantire l'immediata soluzione del problema che si è verificato nella giornata odierna, e occorre rilevare come, dopo due ore dalla segnalazione, la problematica appare del tutto risolta. Di questo la presidente Polverini ha già informato il sindaco e il prefetto. Il blocco delle ambulanze è un problema che si trascina da anni, di cui soffrono tutte le Regioni - sottolinea ancora la Regione - e che, come i vertici dell'Ares hanno specificato alla presidente, è assolutamente precedente al piano di rientro sanitario e non correlato al taglio dei posti letto. È stato inoltre deciso di istituire già da domani, presso gli uffici dell'Assessorato, un tavolo di lavoro permanente tra Ares 118 e le aziende ospedaliere, al fine di monitorare il fenomeno e lavorare a una definitiva soluzione del
problema. Si auspica che questioni di tale portata rimangano fuori dalla campagna elettorale».

«Quello che si è verificato stamattina non è niente di nuovo: è la routine che denunciamo da anni». Parla con amarezza Massimo Magnanti, medico del pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni di Roma e segretario del Sindacato professionisti emergenza sanitaria.(LEGGI L'INTERVISTA SU WWW.ILSOLE24ORE.COM)