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Avastin, Soi: «Grave situazione. migliaia di pazienti non accedono a cure»

La Società Oftalmologica Italiana chiede di fare chiarezza su quante farmacie ospedaliere e quanti Centri di alta specializzazione sono disponibili alla somministrazione di Avastin così come indica la sentenza del Tar del Lazio.

La vicenda. La società degli oftalmologi aveva presentato ricorso per chiedere la sospensiva d'urgenza della delibera Aifa che regola l'utilizzo di Avastin in oftalmologia, visti anche i costi enormemente inferiori rispetto all'altro farmaco. Delibera che secondo la Soi rendeva paradossalmente più difficile l'utilizzo del farmaco.

Il Tar del Lazio doveva quindi decidere se sospendere cautelativamente e in via d'urgenza le limitazioni previste dall'Aifa sull'uso di Avastin, per quanto riguarda il suo frazionamento - solo in farmacie ospedaliere - e la sua somministrazione - solo in centri di alta specializzazione. Con l'ordinanza il tribunale amministrativo ha però respinto il ricorso presentato dalla Soi contro l'Aifa, il ministero della Salute e il Css per annullare la determina Aifa.

Nell'ordinanza si sottolinea che, «considerato che il danno paventato
da parte ricorrente per i pazienti che devono utilizzare il farmaco
bevacizumab non assume il connotato della gravità e irreparabilità
perché, come affermato dall'Aifa e confermato, con dichiarazione,
riportata a verbale, dell'Avvocatura generale dello Stato, il farmaco
è presente nei centri oculistici ad alta specializzazione in ospedali
pubblici individuati dalla Regione» e «ritenuto prevalente
l'interesse pubblico alla somministrazione del farmaco con le modalità
individuate nella delibera impugnata», per il Tar «non sussistono i
presupposti per la sospensione della delibera impugnata».
Ma «la questione» è comunque giudicata «controversa, per la indiscussa
rilevanza, e richiede un approfondimento proprio della fase di merito,
che viene fissato alla data del 21 aprile 2015».

«Bene che il Tar si sia pronunciato e che abbia anche recepito quanto la Società Oftalmologica Italiana chiedeva ma ora è bene sapere dove i pazienti potranno davvero sottoporsi al trattamento per la maculopatia - sottolinea il presidente della Soi, Matteo Piovella - poiché ci risulta che non tutte le Regioni hanno individuato i cosiddetti centri di alta specializzazione. Al di là delle sentenze noi siamo preoccupati per le migliaia di pazienti che non potranno avere accesso».

«La Soi - continua Piovella - esprime preoccupazione perché ha avuto numerose segnalazioni sull'impossibilità di curarsi con Avastin proprio perché diverse regioni non hanno ancora provveduto a individuare i centri di alta specializzazione ospedalieri demandati a frazionare e somministrare il farmaco. Provvederemo ad accertare la realtà dei fatti chiedendone conto all'Aifa e alle regioni stesse», annuncia Piovella.

«Speriamo che quanto dichiarato da Aifa non sia, ancora una volta, lontano dalla realtà dei fatti, perché questa volta davvero sarebbe difficile trovare giustificazioni visto che si tratta di tutelare la vista di molti pazienti. La mistificazione non sarà da noi accettata, ne abbiamo dato prova nel passato e continueremo a farlo anche in futuro» conclude Piovella.
Anche i giudici però hanno ritenuto la questione controversa tanto che hanno fissato un approfondimento.