Medicina e ricerca

Ebola, l'Onu lancia la missione Unmeer per potenziare la risposta globale al virus

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha adottato una risoluzione (tra i co-sponsor anche l'Italia) per rafforzare la risposta globale alla diffusione del letale virus in Africa occidentale, i cui Paesi - è l'appello delle Nazioni Unite - «non devono essere isolati» dalla comunità internazionale.
E dopo l'annuncio di Obama, che invierà 3.000 soldati nelle regioni colpite, anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha dato il via a una nuova missione di emergenza (Unmeer) per coordinare la lotta contro la malattia e inviare personale nei Paesi in cui si annidano i focolai (Sierra Leone, Guinea e Liberia).

Le priorità strategiche della missione saranno quelle di fermare la diffusione della malattia, curare i pazienti infetti, garantire servizi essenziali, preservare la stabilità e prevenire la diffusione nei Paesi dove il virus non è ancora presente. E mentre l'Oms aggiorna il bilancio dei morti a 2.622, il Consiglio di Sicurezza «invita gli Stati membri ad abolire le restrizioni sui viaggi e alle frontiere imposte a causa di Ebola, che contribuiscono ad un ulteriore isolamento dei Paesi colpiti». Anche le compagnie aeree e navali vengono invitate a mantenere i collegamenti con tali Paesi. E si chiede agli Stati membri di «fornire assistenza urgente, compresi ospedali da campo e personale».
Ebola - è il monito della Dg Oms Margaret Chan, «è una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale. Non solo un'emergenza sanitaria, ma una vera e propria crisi umanitaria, economica e sociale». E intanto da un villaggio della Guinea, uno dei tre paesi al centro dell'epidemia, giunge la notizia che sette operatori in missione di sensibilizzazione sui rischi sanitari sono stati assassinati a colpi di machete.
Di Ebola si discuterà ancora a New York il 25 settembre, durante il vertice dei capi di stato e di governo convocato dal segretario generale Onu per parlare dell'emergenza durante l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

In Italia a fare il punto sarà Medici senza frontiere, in prima linea contro la malattia: il 22 settembre a Roma la conferenza stampa #STOP EBOLA per fare il punto sull'epidemia in corso, raccogliere messaggio e testimonianza di Msf e lanciare una speciale campagna di raccolta fondi per sostenere l'azione in Africa occidentale.

Il bilancio. Gli ultimi dati dell'Oms mostrano una situazione particolarmente allarmante: nella settimana che si è conclusa il 14 settembre ci sono stati per la prima volta dall'inizio dell'epidemia più di 700 nuovi casi di Ebola in Africa, che porta il numero totale a 5.335, con 2.622 morti. Più della metà di questi si sono verificati negli ultimi 21 giorni del conteggio, iniziato lo scorso gennaio. In Italia, tuttavia, non c'è rischio di contagio: ad affermarlo è Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma, centro di riferimento per l'Ebola nel nostro Paese. "Il rischio di contagio è zero, o assolutamente vicino allo zero. L'Italia - sottolinea Ippolito - ha la capacità di gestire eventuali casi, ma il grande lavoro va fatto in Africa, e le istituzioni italiane devono lavorare lì».
Nel frattempo, la volontaria francese di Medici Senza Frontiere (Msf) contagiata in Liberia sta per essere rimpatriata e ricoverata nell'ospedale militare di Saint-Mandè, alle porte di Parigi, dove sarà curata con farmaci sperimentali.