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Delisting Aifa: Mnlf, troppi costi per cittadini

Modificare le regole dello switch - ovvero la modifica del regime di dispensazione dei farmaci - per evitare quanto accaduto con l'ultimo delisting operato dall'Aifa, che si è tradotto in un aumento dei costi sia per i cittadini che per il Ssn. La richiesta è dei liberi farmacisti (MNLF) che chiedono alla Salute e al Governo provvedimenti che rafforzino il ruolo regolatorio dell'Aifa in questo settore.

"AIFA: ente regolatore o certificatore?" è la domanda d'apertura del comunicato diffuso dei liberi farmacisti che passa al setaccio la modifica del cambio di dispensazione di 521 confezioni farmaceutiche in precedenza classificate in fascia C con ricetta che - per effetto del delisting disposto da Aifa ai sensi della L.214/2011 - sono diventate dispensabili al pubblico senza ricetta medica andando ad aggiungersi ai medicinali già classifi cati dall'Aifa come Sop (senza obbligo di prescrizione) o come medicinali di automedicazione (Otc), vendibili anche nelle parafarmacie e nei corner Gdo (il Dm Salute recante l'elenco dei farmaci C "delistati" e di quelli che restano con obbligo di ricetta è stato pubblicato nel Supplemento alla Gazzetta Ufficiale n. 60 del 13 marzo).

Inesauribile la lista delle «contraddizioni» messe in luce dai farmacisti senza farmacia: «Uno dei casi più eclatanti - si legge nel comunicato - è quello del pantoprazolo, un antiacido: se rimborsato dal Ssn ha l'obbligo della ricetta e un costo di 5/6 euro in meno di quello omologo che non ha l'obbligo di ricetta medica. Due farmaci, stesso principio attivo, lo stesso dosaggio e numero di compresse (14) che se rimborsati possono essere venduti solo con la ricetta medica, mentre se sono farmaci d'automedicazione (Sop) possono essere venduti senza ricetta, ma con un costo quasi doppio». Il tutto in base a una norma in conseguenza della quale qualsiasi switch fa automaticamente perdere la rimborsabilità alla specialità medicinale.

Altra anomalia segnalata, quella relativa ad un prodotto contenente gentamicina solfato in crema (0,1% - 30g - antibiotico per uso dermatologico) divenuto farmaco senza obbligo di ricetta medica , mentre altre specialità del tuitto equivalenti continuano a poter essere vendute solo su ricetta perché - sempre in base alla vigente normativa - la modifica del regieme di dispensazione deve essere avanzata dall'azienda produttrice. «Ancora più assurdo - prosegue la nota del MNLF - è il caso dell'N-Acetilcisteina 600mg, un fluidificante del catarro utilizzato nelle affezioni respiratorie: in alcune specialità è previsto un rigoroso obbligo di ricetta, ma se inserito in altri prodotti associati con altre sostanze naturali gli stessi 600mg di N- Acetilcisteina vengono addorittura resgistrati come integratore alimentare».

Tutte queste anomalie «costano sia al cittadino perché non c'è vera concorrenza nei prezzi e costano al Ssn perché alcuni farmaci a basso costo potrebbero essere acquistati direttamente», denunciano i Liberi farmacisti cistando uno studio dello scorso anno del Cergas Bocconi che ipotizzava risparmi da 774 milioni di euro per il Ssn grazie ad una deguata politica di switch dei medicinali. Politica che MNLF e Confederazione Unitaria delle Libere Parafarmacie Italiane chiedono al Ministero della Salute e al Governo di declinare adottando i seguenti provvedimenti:

1. cancellare l'automatismo per cui quando un farmaco cambia regime di dispensazione viene automaticamente escluso dal rimborso del Ssn;

2. stabilire che sia l'Aifa e non le ditte produttrici a decidere se in base ad un dato principio attivo con una determinato dosaggio e forma farmaceutica, quel medicinale debba essere ceduto con o senza obbligo di prescrizione;

3. introdurre il principio per cui se una specialità commercializzata in Italia è senza ricetta anche tutte le altre con uguale composizione automaticamente lo siano;

4. guardare all'esperienza di altri Paesi Europei e ai regimi di dispensazione attuati nella maggioranza di essi.