Lavoro e professione

ESCLUSIVA/ «Una Fnom in cerca di armonia». Intervista a Roberta Chersevani, neopresidente eletta all'unanimità

di Barbara Gobbi

Sobria come sempre ma soddisfatta del risultato, Roberta Chersevani, triestina di nascita e goriziana d'adozione, prende in mano le sorti della Fnomceo. Non da sola: le piace ricordare l'importanza del lavoro in team che l'ha portata al vertice della Federazione per il triennio 2015-2018. «Un bel risultato per più motivi - spiega -. Un po' perché la squadra che aveva lavorato al programma - un work in progress sempre da perfezionare - è riuscita a portare a casa compatta il risultato. Poi perché alle urne si è respirato un clima di armonia con l'altra lista, arrivata a distanza sufficiente dalla nostra da denotare chiaramente la scelta dei colleghi, ma con punteggi interessanti che vanno considerati. E alla fin fine, a leggere i due programmi, i punti in comune sono tanti.

Il dibattito pre elettorale si è incentrato molto sul significato di atto medico, nell'occhio del ciclone tanto da aver trovato spazio anche in una recente Pdl...

Una proposta che in parte richiama quanto abbiamo inserito nell'ultimo Codice deontologico. Il tema andrà approfondito in uno dei primi incontri da organizzare con i colleghi per capire quale dev'essere il nostro ruolo in questa sanità che sta profondamente cambiando. Inoltre, dobbiamo tenere conto del fatto che noi medici di ruoli e specialità ne abbiamo tantissimi: non è facile definire chi è e che cosa fa il medico. Anche per questo preferirei che la questione restasse in seno alla Federazione. Spostare il tema nel dibattito politico potrebbe significare condannarlo a un percorso tortuoso.

Gli infermieri hanno inevitabilmente sempre più spazio...
Sicuramente gli infermieri faranno cose diverse e, anche vedendo ciò che succede all'estero, prevarrà la collaborazione. Nella vita quotidiana si collabora e si lavora fianco a fianco. In ogni caso, anche sul fronte dei profili di responsabilità, sono situazioni da definire.

Cosa mantenere dell'eredità Bianco?
I nove anni della presidenza Bianco hanno portato risultati nonostante la difficoltà del periodo. Per il momento abbiamo intenzione di andare avanti per piccoli passi. Bisogna continuare a difendere la professione, combattere per impedire la fuga dei giovani, anche riproponendo la proposta Fnom di consentire che la formazione possa svolgersi anche negli ospedali di grande livello di cui disponiamo. All'interno del Comitato centrale ciascuno coordinerà parte dei temi del nostro programma.

Dove spicca anche la proposta di un pronto soccorso legale?
C'è l'esigenza di garantire anche agli ordini meno popolosi la stessa tutela di cui dispongono i maggiori. Non si tratta solo di aule di tribunale, ma di tutelare la buona reputazione dei medici, così come avviene in altri Paesi. Sarà importante creare sinergie con gli Omceo.

Una donna al vertice...
È una grande sorpresa e un evento importante se si pensa che oggi le donne presidenti sono appena sei. Nove anni fa, con il convegno di Caserta sulla professione al femminile, la Federazione all'inizio dell'era Bianco aveva già recepito la femminilizzazione della professione. La riorganizzazione dei tempi di vita e di lavoro è tra le priorità.

Quale incarico assegnerebbe a Bianco in Federazione?
Ho sempre pensato che la figura del past president avesse un ruolo importante. Sul piano nazionale, non escludo che Bianco possa avere un suo ruolo ma bisognerà capire che tipo di accoglienza ogni proposta potrà avere in sede al Consiglio nazionale. Che per noi resta preminente. Abbiamo vinto le elezioni, ma non abbiamo ancora vinto l'armonia...