Lavoro e professione

Specializzazioni art. 22/ Sivemp scrive a Lorenzin e Giannini: ok riforma ma non si escluda la Veterinaria

Ben venga una riforma del percorso formativo della classe medica - come quella che sta tentando il disegno di legge delega in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane ex art.22 del Patto per la Salute che prevede la "specializzazione in corsia" per i laureati in medicina con contratto pre-dirigenziale -, a patto che a tutti i sanitari che andranno a rinnovare i ranghi del Ssn, veterinari compresi, possano essere offerte analoghe possibilità. Ad oggi, infatti, la bozza di disegno di legge in questione contempla in dettaglio solo la disciplina riferita ai "medici" - sottintendendo i "chirurghi" - e ignora del tutto le esigenze della fattispecie dei "medici veterinari". Tutto ciò - spiega Aldo Grasselli, Segretario Nazionale Sivemp, desta forti preoccupazioni e perplessità nell'intera categoria, che pur riconoscendo la necessità di avviare una riorganizzazione del sistema formativo per i futuri specialisti del Ssn, non può fare a meno di notare che la categoria dei veterinari non è, ad oggi, adeguatamente contemplata nel ddl. I medici veterinari del Ssn - ricorda il Segretario Sivemp in una lettera indirizzata al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini - assicurano le funzioni dei Dipartimenti di Prevenzione, accedono alla dirigenza e alla specialistica ambulatoriale e dei servizi del Ssn solo se in possesso di una specializzazione in una delle discipline individuate per ciascuna area di servizio (DPR 483/97 e 484/97 e s.i.m.) esattamente come i medici chirurghi e hanno lo stesso contratto di lavoro. Ad oggi hanno però a disposizione percorsi formativi specialistici nel solo ambito delle Università ove siano presenti Scuole di Veterinaria che attivino le Scuole di specializzazione, cosa che non in tutti gli atenei accade in misura e tipologia adeguata. Il Sindacato dei veterinari pubblici ritiene che tutta la dirigenza medica vada coinvolta in un unico e identico processo strutturato di riforma, senza alcuna esclusione, che prevede un'attività formativa "sul campo" capace di consentire una fase di percorso specializzante nelle strutture veterinarie pubbliche con ricadute importanti anche dal punto di vista previdenziale per i giovani veterinari. Inoltre - ricorda Grasselli – i medici veterinari devono avvalersi anche della rete degli Istituti Zooprofilattici che devono fare sinergia con l'Università e i Dipartimenti di Prevenzione delle Asl.