Lavoro e professione

Dpcm Precari: coro di sì al provvedimento. Lorenzin: è solo un primo passo

All'indomani dell'ok al Dpcm Precari da parte della Stato-Regioni sono molte le voci a commento del provvedimento che punta ad avviare lo sblocco del turn over per i lavoratori della sanità pubblica.

Le reazioni al provvedimento. «Oggi è stato fatto un primo passo fondamentale per dare risposte a lavoratori che hanno dato tanto al servizio sanitario nazionale in termini di competenza e impegno e che da anni attendono di essere stabilizzati. Siamo consapevoli che molto resta da fare, ma dobbiamo considerarlo l'inizio di un percorso sul quale continuare a lavorare per cogliere l'obiettivo di azzerare le sacche di precariato presenti nelle aziende ospedaliere italiane», il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ad affermarlo. «Sappiamo - ha sottolineato il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo - che questo provvedimento non include l'intero universo della stabilizzazione nel settore della sanità, e penso ad esempio al tema degli atipici impiegati in particolare per far fronte alle esigenze di servizio nel campo dell' emergenza-urgenza, ma è importante aver iniziato a dare uno sbocco al problema ed è chiarito che bisogna continuarci a lavorare»

Sindacati in attesa. «Finalmente il Dpcm sulla stabilizzazione dei colleghi a tempo determinato è stato approvato. Riccardo Cassi, Cimo: «Adesso lavoriamo per risolvere il precariato atipico con una legge ad hoc.Siamo molto soddisfatti che sia stato finalmente approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. È un passo importante che certo non risolve la questione del precariato ormai drammatica, ma consente di stabilizzare centinaia di colleghi. Adesso però Governo e Regioni devono aprire il confronto con i sindacati medici per trovare una soluzione anche per le migliaia di colleghi che coprono le carenze di personale, attraverso i contratti atipici, per arrivare in tempi brevi ad un accordo. La questione è sull'art. 22, ma visti i ritardi che questo sta subendo a causa dell'Università, arroccata a difendere i propri privilegi, è meglio stralciarlo e pensare ad una legge ad hoc. Allo stesso tempo occorre impedire alle aziende di stipulare nuovi contratti atipici. Nei prossimi mesi andranno in quiescenza migliaia di medici, ai quali la riforma Fornero aveva ritardato il pensionamento. Occorre che i posti lasciati vacanti siano ricoperti rapidamente e con contratti a tempo determinato». Positivo, ma con riserva anche il giudizio della Fp Cgil, Massimo Cozza: «È un primo passo, ma non risolve il grosso delle situazioni. Serve un intervento specifico che includa il personale con contratto atipico».
«Per la stabilizzazione dei precari del Ssn "ora devono seguire i fatti". Così G iovanni Torluccio, segretario generale della Uil-Fpl, dopo il via libera al Dpcm in Conferenza Stato-Regioni, «ministro e sottosegretario della Salute riconoscono l'insufficienza del decreto - afferma Torluccio in una nota - a risolvere il problema del precariato in sanità, cosa che il sindacato da tempo denuncia. Apprezziamo l'onestà intellettuale, ma per essere conseguenti bisogna che il ministero metta mano subito alle modifiche legislative necessarie a rendere il provvedimento adeguato alle effettive necessità del Servizio sanitario nazionale. Nel frattempo, prosegue, «chiediamo nuovamente un intervento concreto per garantire la possibilità di prorogare tutti i contratti a tempo fino al completamento del processo di stabilizzazione».

Ok della politica. «Accogliamo con soddisfazione la notizia dell'avvenuta intesa Stato-Regioni sul Dpcm predisposto dal ministro della Salute Lorenzin con cui si avvia la stabilizzazione dei precari del Ssn». È il commento della senatrice Nerina Dirindin, capogruppo Pd in commissione Sanità a nome dei colleghi Pd della commissione. «L' Intesa - aggiunge Dirindin - prevede la possibilità di avviare procedure concorsuali riservate al personale precario degli enti del Servizio sanitario nazionale per coprire sino al 50% dei posti disponibili. Potranno accedere alla stabilizzazione i precari del Ssn che abbiano prestato un servizio effettivo non inferiore ai tre anni nell'ambito del quinquennio precedente». «Siamo consapevoli - prosegue Dirindin - che questo rappresenta solo un primo piccolo passo verso l'avvio di procedure più risolutive della grave situazione in cui versano le condizioni di lavoro del personale del Ssn, colonna portante dell'intero sistema salute del nostro Paese. Pur tuttavia riteniamo sia utile non sottovalutare nessuna apertura che può rivelarsi preziosa per migliaia di professionisti medici, infermieri, operatori sanitari che ogni giorno, con abnegazione, garantiscono l'efficacia e la qualità delle strutture sanitarie del nostro Paese. Come parlamentari Pd vogliamo confermare il nostro impegno affinché la soluzione del problema del personale prosegua a cominciare dallo sblocco del turn over soprattutto nelle realtà dove il problema è più grave. Più in generale continueremo a lavorare perché la precarizzazione del personale venga superata in un quadro più ampio di intervento per un miglioramento effettivo della qualità e della sicurezza delle cure», conclude la senatrice Pd.

Non manca il commento di Annalisa Silvestro, senatrice Pd e presidente della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi«Lo schema di Decreto del presidente del Consiglio sulla stabilizzazione di parte dei precari del Servizio sanitario nazionale, è una boccata di ossigeno per le aziende con gli organici ormai ridotti all'osso, ma anche e soprattutto per quei professionisti che mettono tutto il loro impegno nell'assistenza, ma fino a oggi si trovavano in una vera condizione di precarietà Ora l'obiettivo è lo sblocco del turn over, almeno in quelle Regioni – dove a esempio c'è il piano di rientro – che vivono una condizione ai limiti della sostenibilità per mancanza di personale».