Lavoro e professione

Precari Ssn: confederali contestano bozza Dpcm

di Paolo Del Bufalo

Doccia fedda sui sindacati per i colpi d'ascia dell'Economia alla bozza di Dpcm attuativo della legge sui precari (Dl 101/2013): il testo - allìesame di sindacati il 3 giugno - non concede nulla alle specificità del settore sanitario e Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl sono già partiti all'attacco, con una lettera al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al presidente dei governatori Vasco Errani in cui contestano il testo "riformulato" .

Il documento cancella gran parte degli accodi raggiuti tra i sindacati e la salute mettendo a rischio il percorso di stabilizzazione e la proroga dei contratti relativi al personale a tempo determinato: «Molte delle modifiche - scrivono sindacati - sono addirittura in antitesi rispetto al testo sul quale in modo unanime le parti sociali avevano raggiunto l'accordo con l'allora sottosegretario Paolo Fadda». In particolare la lettera dei tre segretari confederali, Cecila Taranto, Daniela Volpato e Giovanni Torluccio, sottolinea l'esclusione del riferimento alle linee guida del 10 febbraio 2011, redatte dalla conferenza delle Regioni e da quella delle Assemblee legislative regionali, e il «rigido richiamo ai vincoli imposti dal decreto 78/2010» che porrà «se verrà confermata nel testo definitivo, serissimi problemi al Ssn».

Nessuno vuole sottrarsi ai vincoli finanziari previsti dal 2007 in poi specialmente per le Regioni da anni in piano di rientro e al blocco del turn-over - affermano ancora i sindacati - ma soprattutto in queste, sottolineano «la rigida applicazione del Dl 78/2010 risulta incompatibile con il rispetto dei Lea. Ne erano già consapevoli le Regioni nel 2011 quando, valutato il rischio, avevano trovato nell'ambito della conferenza una soluzione ragionevole e allo stesso modo compatibile con le finalità del legislatore». Secondo i sindacati l'inapplicabilità in Sanità della norma in questione la testimoniano soprattutto i dati del Conto annuale (si veda inserto in questo numero) che dimostrano come le aziende sanitarie non potendo fare altrimenti hanno ridotto il fenomeno del precariato di appena il 21% (solo 8.270 in meno), percentuale ben lontana dal 50% previsto dal Dl 78/2010. «Continuare a considerare applicabile in sanità, in fase di stabilizzazione dei rapporti, il Dl 78/2010 nella sua rigida formulazione non mediata dalle linee guida, salvo non volere consapevolmente mettere in discussione i princìpi fondamentali del Ssn, è un gravissimo errore che porterà alla paralisi dell'erogazione dei Lea», scrivono i sindacati nella lettera, chiedendo «nel rispetto della volontà del Legislatore stesso che con il Dl 101/2013 ha riconosciuto la specificità del settore, di dare concreta efficacia al Dpcm consentendo un'applicazione del Dl 78/2010 in linea con l'interpretazione data nel 2011 dalla conferenza delle Regioni».