Lavoro e professione

Riforma Pa, lettera dell'Intersindacale a Lorenzin: «Rilanciare la peculiarità della dirigenza medica»

Tenere conto della peculiarità della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria del Ssn per evitare ulteriori ingiusti tagli alle retribuzioni ma, soprattutto, «per eliminare l'omologazione di una classe dirigente che ha prevalenti competenze tecnico professionali e scientifiche rispetto alla dirigenza amministrativa dello Stato e delle Regioni». E' questa la richiesta che l'Intersindacale affida a una lettera indirizzata alla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin.

«Chiediamo di rilanciare con forza - si legge nella lettera - la nostra specificità, spingendoci sino a chiedere - ove fosse opportuno o necessario - che le nostre professioni siano ricollocare giuridicamente in un nuovo contesto, consono alla finalità che esse perseguono. Sono diverse le opzioni su cui ragionare e, in questo senso, il provvedimento di riforma della Pubblica amministrazione può fornire un'importante occasione».


La specificità delle professioni medica, veterinaria e sanitaria, sottolinea l'Intersindacale, è riconosciuta dall'art. 15 della 502/92 e s.m.i. ed è stata ribadita con il Dl 101/2013, tanto che, solo per la dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, è stato previsto un Dpcm per la stabilizzazione dei precari. «Ciò nonostante le attuali regole sulla carriera e sulla valutazione - sottolineano i sindacati - hanno stravolto completamente la figura professionale del medico che si è trasformato in un burocrate manager, schiavo dei budget imposti dai direttori generali a discapito del rapporto col paziente, trasfigurandone completamente la professione».

L'occasione per cambiare direzione, secondo l'Intersindacale, è quindi la riforma della pubblica amministrazione, anche con un rinvio a successivi provvedimenti legislativi. Per definire «un progetto che introduca meccanismi di premialità e di valutazione, che, definiti attraverso i contratti di lavoro, consentano il passaggio da un sistema che valuta solo la perfomance gestionale a uno che, viceversa, verifica quello che medici, veterinari e dirigenti sanitari fanno in termini di impegno professionale, competenza e capacità individuale. Diventa quindi indispensabile il recupero di un'area contrattuale autonoma, in luogo del semplice settore previsto dalla riforma di Brunetta all'interno di un'area Regioni – Sanità che mette insieme professionalità che hanno poco in comune tra loro e modalità lavorative ben diverse».

L'intersindacale si dichiara pronta ad aprire subito un confronto su questi temi per arrivare in tempi rapidi ad una proposta condivisa, compresa la possibilità di «un contratto medico, veterinario e sanitario di ingresso nel Servizio Sanitario Nazionale con caratteristiche peculiari, che possano essere uno strumento propedeutico all'immissione in ruolo del personale sanitario».