Lavoro e professione

Convenzioni: primo incontro dei sindacati alla Sisac tra molti dubbi. Il via alle trattative a maggio

Primo incotro oggi alla Sisac per il rinnovo delle convenzioni secondo la lege 189/2012 (Balduzzi). La struttura iterregionale ha ufficialmente presentato ai sindacati la sua piattaforma (VEDI ) a costo zero come prevde la legge, ma che comunque non tralascia interventi sul versante economico vista la previsione del riutilizzo da parte delle Regioni delle indennità e degli incentivi ora erogati per lo sviluppo strutturale e organizzativo, per finanziare i fattori produttivi delle Aft (aggergazioni funzionali complesse) e delle Uccp (Unità complesse di cure primarie) «con invarianza delle risorse economiche».

La trattativa vera e propria si avvierà nella prima settimana del mese di maggio.

E già la Fimmg , nel suo Consiglio nazionale di martedì 8 aprile, anticipando i tempi, ha approvato, unico sindacato ad averla presentata, una sua contro-piattaforma (VEDI ) sottolineando la necessità e l'opportunità di un «profondo cambiamento degli obiettivi e della organizzazione del lavoro nella medicina generale per rispondere, da un lato, alla evoluzione dei determinanti della salute e, dall'altro, alla necessità di rimodulare l'assistenza in funzione di un più appropriato ed efficiente uso del finanziamento complessivo del SSN e dei singoli Servizi Sanitari Regionali».

La Sisac «ha recepito la nostra piattaforma e le nostre richieste - ha commentato il segretario Fimmg Giacomo Milillo - riservandosi di farci avere una risposta, molto probabilmente nella prima settimana di maggio, dopo le festività imminenti». «Noi - ha assicurato Milillo - siamo molto attenti e affronteremo la trattativa con grande serietà perché il nostro obiettivo non é quello di reperire altre risorse ma di ridisegnare le regole del Servizio sanitario nazionale per renderlo efficiente e sostenibile nei prossimi vent'anni».

E la Fimmg ha anche realizzato un volantino (VEDI ) per informare la cittadinanza sull'avvio delle trattative per il rinnovo della Convenzione, invitando gli iscritti ad esporlo nelle sale d'attesa dei propri studi. «Sono cominciate le trattative per cambiare l'organizzazione della Medicina Generale per i prossimi venti anni. Ci tieni a conservare il diritto di scegliere il tuo medico di famiglia? Allora informati su quanto accadrà in questi mesi – recita il volantino -. La Conferenza delle Regioni vuole limitarlo, potresti avere una sorpresa. Noi vogliamo per te: meno burocrazia e più tempo per i tuoi bisogni! Mantenere il rapporto di fiducia e insieme agli altri colleghi garantire realmente un'assistenza continua! Specialisti, attrezzature e personale non medico nel nostro studio per offrirti prestazioni per le quali ora devi aspettare mesi!»

Anche la Cgil ha - da tempo sottolinea il sindacato - presentato proposte per una maggiore integrazione tra medici convenzionati e servizi socio sanitari nel territorio (VEDI ) individuando «un cuore solido e concreto in strutture pubbliche come le Case delle Salute. Qui i cittadini - speiga la Cigl - oltre al medico di fiducia, possono trovare i servizi di cui hanno bisogno, o averne accesso. E qui collaborano insieme i professionisti della sanità e del sociale. Per garantire ai cittadini l'Assistenza 7 giorni su 7. I medici devono lavorare, non più isolati, ma in forma aggregata nelle UCCP, ampliando così l'assistenza; e si prevede una figura unica di Medico di MG, superando anacronistiche e forzate differenziazioni tra medici che hanno gli stessi titoli: i medici di famiglia e quelli di guardia medica. Nell'interesse dei cittadini, è tempo di cambiare, non sono più ammesse resistenze corporative».

«Riteniamo inaccettabile - ha commentao l'incontro il sindacato confederale - un rinnovo a costo zero delle convenzioni. E non è questione di mero principio. Si parla di possibili risparmi da reinvestire in sanità, stimati dalla stessa ministra della Salute Lorenzin fino a 10 mld, anche se la cifra appare esagerata. Bene, ecco la prima occasione utile: si investa nel potenziamento delle cure primarie. La stessa ministra ha dichiarato a febbraio che non si possono riformare le cure primarie a costo zero. Nella piattaforma SISAC riteniamo manchi una visione unitaria e nazionale del Servizio Sanitario Nazionale e un progetto riformatore coerente per il territorio e le cure primarie, con un eccesso di trasferimento di responsabilità alle Regioni e conseguente ulteriore frammentazione del sistema. Altri punti fortemente critici della proposta risiedono in due "desaparesidos": il Distretto, come luogo di riferimento per l'organizzazione dei servizi, e quindi come luogo di ricomposizione dei saperi e delle professionalità del territorio a disposizione dei cittadini; l'h24 per 7 giorni a settimana, prevista per altro dalla legge Balduzzi con solenne annuncio in conferenza stampa. Infine si rinvia confusamente il ruolo unico e si restringe solo ai medici di medicina generale e guardia medica senza coinvolgere gli altri professionisti convenzionati, pediatri e specialisti ambulatoriali. Ma i medici di guardia medica sono già medici di medicina generale. Non esiste la figura di medico di guardia medica - conclude la Cgil - e quindi bisogna togliere tutti i lacci normativi che tengono relegati questi professionisti ai margini della sanità».

La piattaforma Sisac non piace allo Snami che giudica sia «una sorta di eutanasia dell'Emergenza Sanitaria Territoriale in un documento capestro che elimina definitivamente le tante decantate necessità di potenziamento del territorio con il medico vicino al cittadino. Il sistema dell'emergenza sanitaria territoriale "118" svolge un ruolo fondamentale nell'ambito
del servizio sanitario pubblico, rispondendo da una parte all'immediato bisogno di assistenza sanitaria della popolazione dall'altra ponendosi come un importante filtro ai ricoveri ospedalieri. Nell'atto di indirizzo per i rinnovi dell'Acn mai si cita il 118. Vedremo al tavolo delle trattative se è una semplice dimenticanza oppure è una tessera del puzzle di smobilitazione del territorio».

Alla fine dell'incontro Maria Paola Volponi, responsabile nazionale dell'area per lo Smi, ha dichiarato che sono «due i nodi da risolvere, prima di entrare nelle prossime settimane nel merito del documento presentato dalla Sisac: da un alto la necessità di risolvere il problema dei diritti sindacali, messi in discussione in diverse Asl a causa di un'errata interpretazione di un'ordinanza del Tribunale di Roma, dopo uno sciagurato, e sbagliato, ricorso presentato dalla Fimmg. Dall'altro il rifiuto di una logica autoreferenziale che porta la maggiore organizzazione del settore a chiedere tavoli separati di contrattazione. Un approccio esclusivo che stride con la gravità della situazione della sanità italiana e con la tanto proclamata necessità di fare integrazione e rete. Abbiamo bisogno ora di maggiore senso di responsabilità, della fine del collateralismo e di ricominciare a pensare in modo unitario per il bene dei medici e per una modernizzazione reale dei servizi per i cittadini».
«Incomprensibile, poi, che si cerchi in questa sede anche di discutere del nodo dello stato giuridico dei professionisti del territorio – continua la dirigente Smi – argomento che si deve trattare in altri ambiti, partendo da quello squisitamente politico e parlamentare e, quindi, normativo. Rischiamo solo di perdere del tempo».

La Cisl medici ha giudicato la piattaforma «con poche luci e molte ombre che - ha detto il suo segretario Biagio Papotto - ci ha lasciato grandi perplessità». E ha dichiarato da subito che precondizione per la trattativa «è porre rimedio immediato all'assenza rumorosa, nella bozza in esame, dei medici dell'emergenza-urgenza a meno che non si decida di farli transitare alla Dipendenza».

Per quanto riguarda le altre convenzioni, lo Smi è etsremamente critico per la specialistica ambulatoriale sulla richiesta di tavoli separati. il sindacato ha sottolineato «la necessità di rivedere l'impostazione fin qui seguita rispetto al settore», chiedendo che «si definisca un serio percorso di integrazione con gli specialisti ambulatoriali». «Se non si mettono in rete i professionisti del territorio – continua – difficilmente avremo una vera continuità dell'assistenza. Per fare tutto ciò è importante, quindi, avere una forte cornice nazionale, chiudendo l'era del caos regionalista».
«Rispetto alla precedente Convenzione – aggiunge Cosimo Trovato, responsabile del settore – è da colmare anche il vuoto relativo al ruolo ai veterinari. Un settore di professionisti che deve poter uscire dall'indeterminatezza contrattuale».

Per la pediatria secondo la Fimp «in prospettiva della riorganizzazione delle cure in ambito ospedaliero e territoriale solo una reale integrazione ospedale-territorio può garantire un'adeguata assistenza rispetto agli specifici bisogni di salute in età pediatrica. L'Italia con la scelta del suo originale modello di Pediatria ha deciso di dedicare particolare attenzione alla cura del bambino, che non è un adulto in miniatura, e dell'adolescente».

«E' necessario intervenire sull'assistenza considerando che alcuni bisogni di salute sono stati ridimensionati dalla prevenzione - chiarisce il Presidente della FIMP -. In quest'ambito va detto, sgombrando il campo da ogni illazione, che i vaccini costituiscono la più grande scoperta per la salute pubblica dopo l'acqua potabile. In compenso assistiamo a un aumentano delle patologie legate alla cronicità che hanno importanti ricadute anche di tipo economico come nel caso del diabete conseguente ai disturbi della nutrizione». Secondo Chiamenti «occorre sempre più muoversi nel solco di una pediatria di iniziativa nel campo nutrizionale, negli stili di vita, nei disturbi sensoriali e psico-relazionali, mettendo a sistema anche interventi sul sociale».