Lavoro e professione

Gli avvocati contro i medici: «Querela contro lo spot che ci chiama avvoltoi»

di Manuela Perrone

L'Italia come gli Usa? Sul tema della malpractice si sta scatenando una guerra tra medici e avvocati che oltreoceano si combatte da anni. La goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo è lo spot annunciato dall'Amami (che sarà presentato lunedì in una tavola rotonda a Palazzo Venezia ed è stato condiviso da 25 tra sindacati e società scientifiche) dal titolo inequivocabile: «Medici, pazienti e avvoltoi». Allusione non velata agli studi legali che sempre più numerosi promettono di difendere i pazienti vittime di errori medici.

Gli avvocati non l'hanno presa bene. «Annunciamo immediata querela che sarà depositata presso la procura della Repubblica di Roma il giorno stesso della presentazione dello spot lanciato da Amami, con il patrocinio del ministero della Sanità, dall'eloquente titolo Medici, pazienti e avvoltoi, qualora risultasse lesivo della dignità professionale forense». Per ora soltanto una minaccia, dunque, lanciata dall'avvocato Francesco Lauri, presidente di Osservatorio Sanità, associazione di avvocati e medici legali impegnata a tutela dei cittadini che hanno subìto danni da errate prestazioni mediche.

«Da troppo tempo ormai – prosegue Lauri - è in atto una campagna di disinformazione da parte di associazioni che, invece di occuparsi di ristabilire un clima di fiducia tra medici e pazienti, sono ossessionate dalla tutela preventiva della categoria». Curioso che siano gli stessi argomenti usati dai medici. «La nostra - aveva spiegato Maurizio Maggiorotti, presidente di Amami - non è un'iniziativa contro qualcuno ma per qualcosa, per un cambiamento di cultura a favore di una sanità che non sia vittima del contenzioso esasperato e strumentale, e dove il medico sia messo in condizione di fare il suo lavoro nel migliore dei modi possibile».

Chi ha ragione e chi ha torto? Lauri racconta la sua esperienza personale: «Circa dieci anni fa fui coinvolto in prima persona in un caso eclatante di errore medico, quando mio suocero, operato in una clinica convenzionata romana per un polipo vescicale in via endoscopica, morì il giorno dopo l'intervento per la somministrazione di Ranidil. Lo stesso paziente, e noi familiari, avevamo avvertito il personale sanitario tutto, della sua allergia a quel farmaco, indicazione che infatti era stata correttamente riportata in cartella clinica, passata però evidentemente inosservata sotto più di un paio d'occhi distratti». Una storia purtroppo non infrequente, così come però non sono infrequenti le storie personali di medici distrutti nella carriera e nell'immagine da denunce infondate e pretestuose.

Lauri si difende dall'accusa di lucrare sulle liti temerarie: «Siamo i primi a tutelare i medici dissuadendo ogni anno centinaia di cittadini dall'intraprendere azioni temerarie, perché oggettivamente infondate, ma è necessario sollecitare una presa di coscienza e in carico di responsabilità da parte delle aziende ospedaliere che, versando spesso in situazioni di estrema precarietà strutturale, non possono garantire adeguata tutela al paziente dagli errori di sistema».

Legare la sicurezza alla crisi della sanità pubblica è lecito ma mai quanto negli ultimi anni gli ospedali hanno riflettuto sul risk management e sulle strategie per ridurre i rischi. La domanda è: sono aumentate le denunce o sono aumentati gli errori? Lauri ovviamente propende per la seconda risposta: «Il problema della sanità è davvero il boom delle denunce (calate in verità del 7 per cento in un anno, come testimonia il rapporto Ania 2013), o è piuttosto la mancanza di una corretta strategia di prevenzione e di sicurezza che mette a rischio, invece di tutelarla, la salute e dei pazienti e la professionalità dei medici?».

Per Amami il problema è invece «l'enorme aumento del contenzioso», infondato nella stragrande maggioranza dei casi, a produrre guai. Primo tra tutti quella medicina difensiva che costa e avvelena il clima.

Amami denuncia come sia stato l'enorme aumento del contenzioso a determinare l'aumento della medicina difensiva. Osservatorio sanità

Osservatorio sanità afferma di aver sollecitato una presa di posizione anche da parte dell'Organismo unitario dell'Avvocatura italiana «perché prenda una ferma posizione univoca e di condanna contro una campagna ignobile».