Lavoro e Professione

Infermieri alla sfida delle nuove competenze: l'accordo va all'esame della Stato-Regioni

di Rosanna Magnano

Il testo dell'Accordo Stato-Regioni che ridisegna le competenze dell'infermiere è ormai definito e dopo un lungo processo di condivisione tra ministero della Salute, Collegi provinciali Ipasvi e Federazione, Regioni e sigle sindacali, è stato inviato alla Conferenza Stato-Regioni. La bozza è stata oggi presentata e analizzata dalla presidente nazionale di Ipasvi, Annalisa Silvestro, a Grado, nel corso di un convegnosul ruolo professionale dell'infermiere, promosso dai Collegi Ipasvi regionali di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine.
«Il testo dell'Accordo - spiega Silvestro - con le sue sei aree di specializzazione infermieristica, rappresenta una fase significativa per la collettività infermieristica, una interessante opportunità per i componenti delle équipe ospedaliere e territoriali e una svolta per coloro che si avvarranno nell'assistenza ospedaliera e territoriale delle competenze specialistiche degli infermieri».

Le aree di intervento (si veda documento correlato) sono: cure primarie-servizi territoriali/distrettuali; area intensiva e dell'emergenza-urgenza; area medica; area chirurgica; area neonatologica e pediatrica; area salute mentale e dipendenze. I criteri per lo sviluppo delle competenze degli infermieri e la conseguente revisione dei modelli organizzativi sia ospedalieri (per intensità di cura) che territoriali saranno definiti dalle Regioni, previo confronto con le rappresentanze sindacali e professionali, all'interno del processo di accreditamento. Entro 180 giorni dall'approvazione dell'Accordo, le stesse Regioni definiranno i percorsi attuativi e i criteri per riconoscere pregresse specifiche esperienze e i percorsi formativi da effettuarsi in ambito regionale o aziendale anche ai fini dell'attribuzione dei Cfu. Spazio anche alle sperimentazioni clinico-assistenziali, gestionali e formative promosse dalle Regioni.

«Con i percorsi di formazione del documento e l'attenzione all'accreditamento dei professionisti oltre che al mantenimento delle loro competenze clinico-assistenziali - conclude la presidente Ipasvi - si potrà finalmente dare riscontro, anche nelle relazioni contrattuali, alle competenze di tipo specialistico che già ora molti infermieri mettono a disposizione degli assistiti e delle équipe».

Nel corso del convegno di Grado è stato anche illustrato il disegno di legge
su «Finalità e principi per il riordino dell'assetto istituzionale ed organizzativo del Servizio sanitario regionale» e relativi emendamenti all'esame del Consioglio regionale del Friuli Venezia Giulia.

«Sotto un profilo generale, i tempi sono maturi - sottolinea Flavio Paoletti, presidente Ipasvi Trieste e coordinatore Ipasvi Fvg - per dare avvio a una riorganizzazione strutturale ospedaliera per intensità assistenziale e di cura. E tuttavia, gli ospedali sono ancora luoghi dove si forniscono prestazioni che meglio potrebbero essere erogate a livello territoriale o residenziale, sia pure ad alta integrazione con l'ospedale: individuando così percorsi privilegiati soprattutto per i follow up di alta specialità e di diagnostica strumentale. Siamo soddisfatti che questa visione sia alla base anche del testo di legge che il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia si appresta a discutere e, ci auguriamo, a varare in tempi brevi. Bisogna passare da percorsi costruiti sulla patologia a percorsi costruiti sui bisogni clinici, assistenziali e di integrazione se vogliamo dare risposte integrate e concrete di salute. Questo vuol dire modificare radicalmente anche l'attuale sistema del pronto soccorso, considerato l'elevato numero di persone anziane che accedono al pronto soccorso per cadute e diverse lesioni traumatiche osteoarticolari. Le risposte vanno modulate per intensità, gravità e problematica, seguendo il modello del see and treat già applicato in varie Regioni italiane».