Lavoro e Professione

Congresso Fimmg, Milillo: «Medicina generale all'ultimo miglio»

Medicina generale «all'ultimo miglio»: «Il prossimo accordo nazionale rappresenta per la Fimmg un traguardo importante, cui si è dedicata in questi ultimi sette anni. L'occasione di una profonda riforma delle norme che hanno regolato e condizionato la medicina mgenerale nei trenta anni precedenti - afferma Giacomo Milillo, segretario nazionale del sindacato nella sua relazione al congresso che si sta svolgendo a Roma -. L'abbiamo chiamata ri-fondazione della medicina generale ed è stata pensata partendo da un'analisi di tutte le criticità che avevano contribuito ad una progressiva emarginazione di fatto della medicina generale dal Ssn, portandola su un percorso di declino invece che di progresso. Era ormai diventato evidente che la medicina generale, al di là delle dichiarazioni ufficiali, nella testa di gran parte dei decisori tendesse a essere considerata un problema piuttosto che un'opportunità».

Secondo Milillo il punto di forza dei Mmg è il rapporto di fiducia individuale continuato nel tempo, «il cui valore ci è riconosciuto dall'80% della popolazione in tutti gli studi demoscopici, soprattutto nelle fasce di popolazione che hanno più bisogno di assistenza e che dispongono di meno risorse per autogestirsi».

Il rapporto con le Regioni
Ma la debolezza maggiore sta nel rapporto con le Regioni: «Le relazioni sindacali fra Fimmg e Regioni negli ultimi anni si sono fortemente deteriorate, fino a sfiorare la completa rottura», ha aggiunto il segretario nazionale . Che ha sottolineato l'imminente trattativa per la riscrittura radicale dell'accordo nazionale e l'allerta che ha generato l'illustrazione fatta ai sindacati dei contenuti dell'atto di indirizzo sulle convenzioni (VEDI BOZZA ): «Quella scaletta conteneva elementi di preoccupazione - ha detto Milillo - ma nessuno ostativo di per sé all'avvio delle trattative».

«Una cosa è certa - secondo il segretario della Fimmg -: non potremo accettare indicazioni e declinazioni applicative che non siano coerenti rispetto al nostro profilo giuridico di liberi professionisti convenzionati. L'eventuale presenza di questi contenuti nell'atto di indirizzo ci costringerebbe a respingerlo prima ancora di iniziare le trattative, così come, nel corso delle stesse, l'introduzione di norme non coerenti con il nostro richiamato profilo giuridico ci obbligherebbero ad interromperle.
Un profilo giuridico che vorremmo fosse dettagliatamente descritto nelle premesse della convenzione perché troppo spesso legali e magistrati ci confondono con i dipendenti pubblici. Un profilo giuridico cui tutte le norme dell'accordo nazionaledovranno necessariamente essere coerenti. Questo è il punto più fermo e irrinunciabile che poniamo all'attenzione della controparte».

Il Patto per la salute
Il Patto per la salute «ha una grande importanza» secondo Milillo. E per questo la Fimmg chiede ufficialmente al ministro della Salute Beatrice Lorenzin un preciso impegno a valutare, prima della sua stesura definitiva, i contributi dei sindacati più rappresentativi dei professionisti della sanità.

Milillo, in particolare, chiede che l'attenzione all'assistenza territoriale, sempre presente nelle parole della politica, si trasformi in fatti .«Dovrebbe essere arrivato il momento di decidere una volta per tutte - dice - come dovrà essere sviluppata l'assistenza primaria nel nostro Servizio sanitario nazionale. Certamente, questo sarà uno dei contenuti fondamentali del Patto per la Salute, sempre che le Regioni non esprimano altre pregiudiziali».

Ma Milillo mette in guardia anche dalle semplificazioni e dalle tentazioni di voler applicare formule uguali per tutti .«Non basta - dice - immaginare il risultato finale, ma è di fondamentale importanza procedere per step successivi, se si vuole fare una programmazione credibile e sostenibile. La Fimmg è pronta e disponibile a sedersi ad un tavolo per definire ogni passaggio, mentre non accetta e combatterà ogni demagogica scorciatoia, da qualsiasi parte politica provenga, che sia finalizzata a raccogliere consenso in prospettiva elettorale».

Milillo ribadisce che seppure molti obiettivi possono essere condivisi cio' non vuol dire che possano essere accettabili soluzioni imposte. Ad esempio «esiste il chiaro pericolo - mette in guardia Milillo - che modelli pensati in Regioni cosiddette virtuose negli ultimi dieci anni, siano venduti alle altre Regioni come soluzioni con garanzia di virtuosità, ma ciò è drammaticamente falso. Al di là del fatto che nella maggior parte dei casi si tratta di idee e non di esperienze concrete e compiute, quante Regioni si salverebbero dal disavanzo se dovessero rispettare una simile programmazione?».

«Prima devono essere messi a punto gli aspetti funzionali. Poi, ottenuti i risultati di una vera integrazione professionale - ha aggiunto Milillo - modificando il modo di lavorare di ciascuno e avvalendosi di strumenti ormai irrinunciabili quali la digitalizzazione vera della sanità per avvicinare i servizi al cittadino, si potrà pensare a collocare i professionisti in sedi, comunque chiamate, ma finalmente funzionali alle esigenze dell'assistenza e dei professionisti che la devono garantire».

LA RELAZIONE DEL SEGRETARIO NAZIONALE GIACOMO MILILLO