Lavoro e Professione

Autocertificazione per le assenze dal lavoro: la FnomCeo apre alla proposta dei sindacati

Attestare da soli di essere indisposti, per "giustificare" l'assenza dal lavoro, senza passare dal medico? Sulla proposta lanciata dai sindacati medici Snami e Fimmg al Convegno «La certificazione dello stato di malattia del dipendente pubblico e privato», patrocinato dalla Fnomceo e organizzato dall'Ordine dei medici di Piacenza, il dibattito è aperto.

La pratica dell'attestazione "fai da te" per i primi giorni di malattia è già prassi comune in molti paesi anglosassoni. In Canada, ad esempio, il dipendente dispone di un "carnet" di giorni di assenza, che può utilizzare nel corso dell'anno, autocertificando la propria indisposizione semplicemente telefonando al datore di lavoro. E il dipendente "virtuoso", che "risparmia" sul "carnet", matura invece un premio.

«Ogni giorno – afferma il presidente dell'Omceo di Piacenza, Augusto Pagani - vengono redatti migliaia di certificati di malattia per attestare l'inabilità al lavoro dei dipendenti pubblici e privati. Ma la certificazione, talora, viene rilasciata sulla base di sintomi riferiti dal paziente, poco o nulla evidenti sul piano clinico e con scarsa o nessuna possibilità di accertamento o verifica. Pensiamo a un mal di testa, a dolori addominali, a uno stato di malessere generale. Sindromi difficilmente verificabili, che vengono certificate sulla base del rapporto di fiducia tra il paziente e il suo medico. Medico che però corre un rischio che definirei spropositato: per il rilascio di certificati falsi o attestanti dati clinici non direttamente constatati né oggettivamente documentati, la Legge Brunetta prevede la reclusione da uno a cinque anni, una multa da quattrocento a milleseicento euro, il licenziamento o la perdita della convenzione, e la radiazione dall'Albo.».

Apertura - ma con le ovvie e doverose cautele a garanzia dei pazienti - anche da parte del presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco, che così commenta: «È giusto iniziare a pensare all'autoattestazione di malattia, ma dobbiamo trovare un giusto compromesso, per non lasciare eccessivi spazi a una sorta di automedicazione che potrebbe sminuire la nostra funzione di tutela».

«Ritengo che i medici, rappresentati dalla Fnomceo e dalle Associazioni sindacali, - commenta Pagani - debbano tutti insieme adoperarsi per trovare il giusto modo di regolare la materia, affidando la propria parte di responsabilità e riconoscendo i diversi ambiti di competenza a tutti gli attori coinvolti: il datore di lavoro, il lavoratore e il medico. In questo quadro complesso, bisogna anche tenere presente che deve essere garantita al datore di lavoro la possibilità di attuare gli opportuni controlli, tramite un sistema di visite fiscali efficiente ed efficace».