Lavoro e Professione

Cure pediatriche «nel tunnel»

di Barbara Gobbi

Il quadro è a tinte decisamente fosche: un'assistenza frammentata, che non smentisce il solito gradiente Nord-Centro-Sud. Ancora: un'area pediatrica che non decolla, diffusa com'è solo nel 26% delle strutture e sempre più in affanno nella presa in carico degli adolescenti, ricoverati nei reparti per adulti. Pochi letti dedicati e day surgery al palo. Solo nel 27% dei casi, poi, esiste un Pronto soccorso pediatrico, mentre l'Obi è tra le poche realtà in via di decisa diffusione.

L'ultimo monitoraggio condotto dalla Sip su 237 reparti e anticipato da Il Sole-24Ore Sanità (LEGGI L'ARTICOLO CORRELATO) non lascia scampo: urge una riorganizzazione del settore, centrata su integrazione ospedale-territorio, riduzione degli sprechi e presa in carico delle cronicità. A tradurre in proposte al ministro della Salute Lorenzin le istanze dei pediatri italiani è il presidente Sip Giovanni Corsello, che detta la sua ricetta per migliorare l'assistenza a neonati, bimbi e adolescenti: «Ospedali e Unità operative da accorpare, attività di Pronto soccorso dedicato e finalmente programmabile, con la previsione di reparti di pediatria semi-intensiva pediatrica e il potenziamento dell'Obi; realizzazione in ogni ospedale di ambulatori specialistici per le principali patologie croniche, come centri di piena integrazione con il territorio. Perché quanto previsto dall'articolo 1 sulle cure primarie del "decretone" Balduzzi - tiene a precisare Corsello - è stato solo un primo importante passo. Ora occorre compierne altri, cruciali, in vista di un'assistenza pediatrica finalmente integrata».

La proposta di riorganizzazione totale delle cure era già approdata sul tavolo dell'ex ministro Balduzzi. Ora la pratica passa a Beatrice Lorenzin, cui i pediatri hanno già chiesto di inserirla tra le - tante - priorità del nostro Ssn.