Lavoro e Professione

L'Anaao conferma: il blocco dei contratti dei medici vale 3 miliardi in cinque anni

Tre miliardi di euro: tanto risparmia lo Stato grazie al blocco dei contratti dei medici dal 2010 al 2014. Il Sole-24 Ore Sanità lo aveva anticipato a fine marzo, grazie ai calcoli effettuati dal centro studi Smi, e adesso lo conferma anche l'Anaao, il maggior sindacato dei camici bianchi, stimando che ogni professionista perderà la bellezza di 30mila euro. Ben più della famigerata Imu.

La tabella messa a punto dall'Anaao parte dalla retribuzione totale media annua stabilita dall'ultimo contratto nel 2009: 85.978 euro lordi, comprensivi di 10.700 euro di indennità di esclusività. Tenendi conto dell'inflazione media Istat, la perdita in busta paga è evidente: nel 2010, con un'inflazione dell'1,50% la perdita consolidata è stata di 1.311 euro lordi, salita a 3.683 nel 2011 e a 6.387 nel 2012, con un'inflazione pari al 3 per cento. Per il 2013, la perdita stimata del potere d'acquisto ammonta a 8.150 euro (quasi 700 euro lordi al mese). Se lo stop ai contratti sarà esteso anche nel 2014, il salasso proseguirà e la perdita per il prossimo anno sfiorerebbe i 10.000 euro lordi. Per un totale nel quinquennio di
29.480 euro lordi a testa: moltiplicati per 107mila medici dipendenti del
Ssn portano a un risparmio per le casse pubbliche di oltre 3 miliardi in 5 anni.

L'impatto sui medici non è completo: al potere d'acquisto in fumo andrebbero aggiunti gli effetti sulle pensioni, sul trattamento di fine rapporto e sul prossimo rinnovo, che partirà da un monte salari ridotto. Senza contare il significativo aumento della pressione fiscale con il contributo di solidarietà poi revocato e con costanti incrementi delle addizionali regionali e comunali Irpef.

«Nel momento in cui si negoziano sconti fiscali per la generalità delle categorie (decontribuzione e detassazione dei salari di produttività per tutte le categorie tranne il pubblico impiego, rinnovi contrattuali anche in settori collegati al settore pubblico come le municipalizzate e le farmacie comunali) - commenta l'Anaao Assomed - incrementare le penalizzazioni per i dipendenti pubblici rappresenterebbe una discriminazione di tipo ideologico inaccettabile e gravemente demotivante per il settore dei pubblici servizi».