Lavoro e Professione

Bufera sui certificati malattia: l'Inps chiede ai medici fiscali di ridurre le prognosi del 3%. Balduzzi: «Metodo sbagliato»

L'economicità delle visite mediche di controllo va migliorata. Come? Con la riduzione del 5% dei costi delle visite mediche di controllo e con l'incremento «del 3% degli importi recuperati per effetto delle riduzioni delle prognosi». Lo scrive la direzione generale dell'Inps nella circolare inviata il 16 gennaio scorso alle strutture territoriali per l'avvio del processo di programmazione e budget per il 2013.

È la prima volta che tra gli obiettivi l'Istituto nazionale di previdenza inserisce i tagli ai giorni di malattia dei lavoratori. Che, per inciso, sono cresciuti, come si evince dalle tabelle pubblicate sul sito del ministero per la Pa e la semplificazione : nei primi due mesi del 2013 sono stati 5,33 milioni i certificati dei dipendenti pubblici e privati inviati online all'Inps (Istituto nazionale previdenza sociale), 207mila in più rispetto allo stesso periodo del 2012.

Ma la circolare non è piaciuta ai medici di medicina generale. L'Ordine dei medici di Milano, il 25 marzo, sollecitato da medici fiscali e medici legali, ha replicato con una lettera al vetriolo in cui rammenta all'Inps che «il medico che formula una prognosi non può e non deve seguire logiche di carattere economicistico» né tantomeno deve ridurla «per rispondere a un'impostazione verticistica». «Il sottotesto della circolare - spiega Roberto Carlo Rossi, presidente dell'Ordine di Milano - è che il 3% dei certificati è falso. Per noi è inaccettabile. Hanno inserito la malattia tra i costi, come i toner delle stampanti».

Anche il ministro della Salute, Renato Balduzzi, si è detto perplesso. Intervenuto a "Prima di tutto" su Rai Radio 1 ha sottolineato che «le percentuali possono essere un obiettivo da raggiungere con un percorso di monitoraggio di verifiche e controlli. Non sono contrario - ha aggiunto - a fissare obiettivi anche numerici, ma per arrivarci non si può' immaginare una sorta di riduzione automatica, per decreto. La cosa deve essere affrontata raccogliendo esattamente i dati e aprendo una riflessione con tutti i protagonisti».

Stempera le polemiche, invece, la Fimmg, il maggior sindacato dei medici di famiglia. «Il medico fiscale - precisa il segretario, Giacomo Milillo - va a verificare se, nell'ambito di una prognosi possibile, il paziente è o non è idoneo alla sua mansione specifica. La visita fiscale serve proprio a questo, non a controllare il comportamento dei medici di famiglia. Questo è un equivoco, un pregiudizio». Per MIlillo, l'indicatore scelto «è infelice» e il processo «avrebbe potuto essere più intelligente e meno fraintendibile ma in realtà, chi si intende di verifica e misura della qualità, sa che quell'indicatore è mirato a r isparmiare, a produrre più ore di lavoro e pagare meno indennità secondo un criterio di qualità».