In parlamento

ANTEPRIMA/ Ddl concorrenza assegnato alla commissione Attività produttive della Camera. Ecco il testo bollinato

di Rosanna Magnano

Dopo 50 giorni dal varo del Consiglio dei ministri, il 20 febbraio scorso, il Ddl concorrenza sbarca in Parlamento: il provvedimento è stato infatti assegnato alla Camera, atto n 3012, e andrà alla commissione Attività produttive. Intanto l'ufficio legislativo del ministero dello Sviluppo economico ha inviato alle Regioni la documentazione per un parere e il testo del provvedimento (nel documento correlato) è stato bollinato nei giorni scorsi dalla Ragioneria dello Stato.

Il «problema» che il provvedimento mira a risolvere - si legge nll'analisi di impatto della regolamentazione - è quello della criticità riguardante l'attuale contingentamento del numero di farmacie presenti sul territorio nazionale «per il quale sussiste una limitazione a una razionale e soddisfacente distribuzione territoriale degli esercizi farmaceutici, basata sulla domanda dei consumatori, e una limitazione allo sviluppo di una effettiva dinamica conocrrenziale del comparto. Si interviene pertanto sull'organizzazione industriale della distribuzione farmaceutica, rimuovendo i due vincoli relativi alla titolarità della licenza farmaceutica limitata ai soli farmacisti (o a società tra farmacisti) e il limite di quattro licenze per società titolare».

Gli obiettivi di breve, medio e lungo periodo sono quindi rispettivamente quello di eliminare un vincolo «ingiustificato» alla libertà di organizzazione dell'attività di impresa, la modernizzazione della distribuzione farmaceutica, la differenziazione dell'offerta e la riduzione dei prezzi per i consumatori.

Da qui l'intervento sulla titolarità e gestione delle farmacie, con la possibilità di entrata per le società di capitali, l'eliminazione dell'obbligo, per le società titolari di farmacie, di avere come soci solo farmacisti, lasciando al contempo a un farmacista la direzione della farmacia, e l'eliminazione del divieto di titolarità per le società di non più di 4 farmacie nella provincia dove hanno la sede legale.

La principale alternativa al provvedimento sarebbe stata la liberalizzazione della distribuzione dei farmaci di fascia C con obbligo di prescrizione. «Tale opzione - spiega la Relazione Air - secondo il ministero della Salute presenta potenziali rischi legati alla sostenibilità dell'attuale assetto della distribuzione faramceutica (sebbene in relazione ai medicinali con obbligo di prescrizione, la domanda non sia elastica al prezzo, in quanto dipende unicamente dalle prescrzioni)».

Svantaggi di lungo termine, assicura la Relazione, non ce ne sarebbero. Eccetto «modesti costi di aggiustamento per gli attuali proprietari di farmacie».