In parlamento

Incompatibilità senatori-presidenti di Ordine: la parola alla Giunta delle immunità del Senato

La parola sull'incompatibilità tra gli incarichi di presidenti e vicepresidenti di Ordine professionale e ruolo di senatori spetta domani alla Giunta delle immunità del Senato.Ad aprire la questione fu a ottobre scorso il presidente dell'Anac Raffaele Cantone, con una delibera che sembrava inappellabile ma a cui negli ultimi mesi è seguito più d'un chiarimento . Sotto la lente, i doppi incarichi del presidente della Fnomceo Amedeo Bianco (il cui mandato alla Federazione è in scadenza), la presidente dei Collegi Ipasvi Annalisa Silvestro, il presidente della Fofi Andrea Mandelli e il vicepresidente, sempre della Fofi, Luigi D'ambrosio Lettieri.

A ricordare la questione incompatibilità e l'appuntamento di domani sono i parlamentari del Movimento 5 Stelle in una lettera inviata attraverso la capogruppo alla Camera, Fabiana Dadone, al presidente del Consiglio, alla ministra della Salute, al ministro della Giustizia e ai componenti della Giunta delle elezioni del Senato per sensibilizzare le istituzioni sul caso e invitarle a prendere una posizione netta. «Se domani, al Senato, la Giunta delle immunità dovesse salvare i quattro senatori, in palese incompatibilità, assisteremo all'ennesimo, insopportabile, caso di autoassoluzione della casta politica», scrivono i parlamentari. «L'incompatibilità dei senatori Amedeo Bianco (Pd), Annalisa Silvestro (Pd), Andrea Mandelli (Forza italia) e Luigi D'ambrosio Lettieri (Forza Italia) è, secondo noi, lampante e indiscutibile - avverte l'M5S - dal momento che sia il consiglio di Stato che la Corte di Cassazione e la Corte Costituzionale hanno certificato che ordini e collegi professionali sono enti pubblici non economici. Quindi, questi senatori non possono ricoprire cariche o uffici di qualsiasi specie in enti pubblici. Se domani la Giunta del Senato non accoglierà la richiesta di incompatibilità avanzata dal M5S, si creerà un pericoloso precedente: rendere ammissibile che un parlamentare sia anche sia esponente o amministratore di organi dello Stato o della Pubblica amministrazione», conclude il movimento.