In parlamento

Lo Stato biscazziere contro lo Sato dottore: così muore la legge anti-azzardo

di Roberto Turno, da www.ilsole24ore.com

Altro che guerra all'azzardo e alle malattie da scommesse, le ludopatie. Altro che altolà al proliferare di sale giochi e slot machine e alle mega sanzioni. Lo Stato biscazziere – ma insieme "medico" col Servizio sanitario nazionale – ha (anche) altri interessi da difendere. La necessità (e la voglia) di fare cassa. Ma opportunamente giustificata (e mascherata) da altre nobili intenzioni e necessità. Quelle di avere la certezza del gettito previsto, appunto. E di doversi occupare con altri strumenti legislativi – e dunque di fare in proprio, con l'applicazione della delega fiscale – dei meccanismi di tassazione dei giochi e delle scommesse con sopra il marchio dello Stato che incassa. E così la legge contro il gioco d'azzardo e le ludopatie che la Camera ha (aveva) in canna, rischia seriamente di scivolare. Di impantanarsi definitivamente. Di non nascere mai, insomma.

Il colpo di scena in commissione
Il colpo di scena, peraltro annunciato, è andato in onda ieri in commissione Bilancio alla Camera, dove il testo approvato con assoluta maggioranza dalla commissione Affari sociali (quella che si occupa di salute) è stato impallinato. Un parere praticamente negativo, quello della Bilancio, la commissione che si occupa di tenere legati i fili della spesa e delle entrate. Con il Governo che, attraverso il sottosegretario all'Economia, Giovanni Legnini, ha dato il suo assenso. «Le disposizioni del provvedimento in esame (in particolare quelle che mettono in gioco entrate e uscite, ndr) che si sovrappongono alla delega fiscale di cui alla legge 23 del 2014, potrebbero essere stralciate, mantenendo solo quelle di carattere socio sanitario», ha detto Legnini. Uno stop a multe, mega sanzioni, freno all'apertura di sale giochi e dunque al flop delle scommesse, di cui lo Stato ha bisogno più del pane o l'Africa sia del pane che dell'acqua. Con buona pace per i malati di scommesse, un esercito in crescita.

Le coperture «ballerine»
Stop alle mega multe, allora, aspettando che provveda il Governo, che però di minori entrate di sicuro non vuol sentir parlare. Con una giustificazione in più, fatta presente dal relatore Ernesto Preziosi: l'assoluta incertezza delle coperture di spesa individuate dal provvedimento. E allora, un altro stop: perché senza finanziamenti anche le norme socio-sanitarie cui formalmente si vorrebbe dare via libera, non avrebbero mai alcun effetto. Duplice sgarbo, insomma.
Per inserire le ludopatie nei Lea, spiega la Bilancio, servono i denari: dove sono? Si taglia il fondo sanitario? E poi: se le quelle cure saranno gratis, come recuperare i ticket in meno riscossi? Ma ancora: quanto costeranno i servizi in più chiesti ad altre amministrazioni, a partire dal ministero della Salute? E quel Fondo per aiutare le famiglie dei giocatori d'azzardo patologici – i Gap – come sarà alimentato davvero? Con le sanzioni che crescono? «Ma allora dica il Governo se si può fare». Difficile che il Governo benedica.

Il tendenziale affossa i Gap
Anche perché in commissione Bilancio il Governo ha ricevuto quell'assist che Legnini ha avuto buon gioco a cogliere al volo. Ha osservato infatti il relatore Preziosi: sulle norme che «introducono prescrizioni e limiti, corredati delle relative sanzioni, finalizzati a circoscrivere o a ridurre la diffusione dei giochi con vincite in denaro», ha detto, «andrebbero acquisiti elementi volti a quantificare l'incidenza di tali misure rispetto agli effetti di gettito – già scontati ai fini tendenziali – ascritti alla vigente normativa in materia di giochi». In pratica: la legge può attendere. Perché anche il tendenziale di domani mai darà tregua ai Gap.