In Parlamento

Decreto staminali al Senato: via libera dalla commissione Igiene e sanità, domattina il voto finale dell'aula

È in corso in aula a Palazzo Madama la discussione generale in terza lettura sul decreto Balduzzi in tema di staminali e Opg , dopo il via libera senza modifiche della commissione Igiene e sanità al testo approvato ieri dalla Camera. Il «sì» definitivo alla conversione in legge dovrebbe arrivare già domattina (il Dl "scade" il 25 maggio).

Se quindi i parlamentari sembrano aver trovato un punto di equilibrio nell'ok a una sperimentazione del metodo Stamina di 18 mesi nei laboratori farmaceutici, condotta dal ministero della Salute con l'Aifa e l'Istituto superiore di sanità avvalendosi di un budget di tutto rispetto («fino a tre milioni di euro»), resta l'incognita dell'effettiva disponibilità di Stamina Foundation a prendere parte al trial. Perché dalla Fondazione tutto tace: nessun commento, neanche sulla frequentatissima pagina Facebook, dal presidente Davide Vannoni né dal suo collaboratore Marino Andolina.

Parlano, invece, ricercatori e scienziati, instancabili nel denunciare le lacune e le zone d'ombra del metodo. «La vicenda Stamina è stata tutta
caratterizzata da una mancanza di trasparenza circa il contenuto del presunto rimedio, la sua preparazione e somministrazione, in quanti e quali malati, perché, in quali dosi, con quali modalità, con quali valutazioni del possibile effetto, a quali tempi», ribadisce Elena Cattaneo, professore ordinario del Dipartimento di Scienze farmacologiche all'Università di Milano e tra i massimi esperti italiani di cellule staminali. ««Ieri - aggiunge - la Camera ha votato a favore della trasparenza, addirittura proponendo di sostenere economicamente i costi della sperimentazione clinica del presunto metodo. Qualsiasi ricercatore al mondo al lavoro su proposte con solide premesse scientifiche, razionali e dati ringrazierebbe per questa grande opportunità di conferma delle proprie idee. Non accettarle porterebbe a pensare che Stamina non sia in grado di dimostrare alcunché e che il presunto metodo altro non sia che una gigantesca
montatura».

Durissimi i ricercatori associati nella Stem Cell Research Italy: la terapia Stamina - scrivono - è proposta «da un'organizzazione privata non medica», e al momento «la sua efficacia non è stata provata scientificamente, gli effetti collaterali sui pazienti che lo ricevono non sono noti, il suo razionale scientifico non è stato dichiarato, e di fatto viola le correnti normative legislative nazionali ed europee». Anche in materia di cure compassionevoli. «La "compassione" - insiste Scr Italy - può essere applicata solo quando a essere offerto al paziente è un rimedio sicuro e
potenzialmente efficace. Per essere considerato valido, un trattamento terapeutico deve essere sostenuto da dati clinici pubblicati su riviste scientifiche specializzate. Se tali dati non sono disponibili, non ci può essere nessuna ipotesi in merito all'efficacia nel trattamento del singolo paziente e quindi "nessuna compassione"».