In Parlamento

Decretone: emendamenti entro il 1° ottobre alla commissione Affari sociali della Camera

Decreto legge 158 (AC 5440): il termine per la presentazione degli emendamenti fissato dalla Commissione Affari sociali della Camera è lunedì 1° ottobre alle ore 12. E la commissione a partire dalla prossima settimana, «sarà impegnata in un ciclo di audizioni», con l'obiettivo di far approdare il decreto in Aula entro la seconda settimana di ottobre (l'8 o il 9) ha spiegato nella relazione illustrativa Lucio Barani (Pdl), relatore con l'ex ministro della Sanità Livia Turco (Pd) al provvedimento.

Gli emendamenti saranno «molti» secondo il presidente della Commssione Giuseppe Palumbo (Pdl) e le audizioni saranno con esperti della medicina territoriale e dell'omeopatia.ma «non affronteremo la questione della ludopatia, che è già stata oggetto di un'indagine da parte della Commissione nei mesi scorsi».

I parlamentari intanto mettono a punto le prime ipotesi di modfica, Ad esempio lo stesso relatore, parlando proprio del capitolo giochi, tra i più controversi e rimaneggiati fino all'ultimo del decreto ha affermato che «sarebbe lodevole da parte del Parlamento reinserire quanto previsto dalla prima bozza del decreto Balduzzi sulla distanza minima per aprire sale da gioco o posizionare altri giochi in esercizi pubblici, da fissare a 500 metri da istituti scolastici, centri giovanili, luoghi di culto» anche rispetto alle «concessioni da bandire successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto e per quelle che verranno trasferite».

Tra gli altri capitoli su cui valutare modifiche il relatore ha indicato anche interventi più stringenti sulle assicurazioni e la revisione dell'eta della pensione per i medici.

«Tale limite, secondo la normativa vigente (legge n.183/2010) che non risulta abrogata - ha spiegato Barani - può essere prorogato fino ai 70 anni d'età, ma senza superare i 40 anni di servizio effettivo. Pertanto chi ha concluso gli studi universitari nel tempo previsto ed ha iniziato subito l'attività ospedaliera può aver concluso i 40 anni di servizio effettivo anche prima dei 65 anni e quindi sarebbe costretto a lasciare il servizio, il che non si pone in sintonia con la riforma Fornero che fissa a 66 anni l'età per l'accesso alla pensione».

«Sarebbe quindi opportuno - ha aggiunto il relatore al decreto sanità - innalzare a 67 anni l'età pensionabile, eventualmente prorogabile fino a 70, previo parere favorevole del Collegio di direzione, anche per i medici del Sen e i ricercatori universitari, così come già previsto per i dirigenti sanitari».

Altra questione da rivedere quella della responsabilità dei medici e delle assicurazioni, definendo «esattamente cosa si intenda per "atto medico" e per "atto sanitario", senza lasciare equivoci a protocolli generici che possono sempre essere usati da un magistrato 'zelantè ", limitando così anche «alcuni atteggiamenti assolutamente inammissibili assunti in alcune Regioni note per la attivazione di una sorta di "Sanità creativa", che comportano un ingiustificato aumento della spesa sanitaria». Bisognerebbe poi «chiarire, come per i magistrati, cosa si intende per "colpa grave".

Barani annuncia anche un emendamento per consentire lo «sblocco, seppur parziale del turnover» in quelle Regioni ancora in piano di rientro ma avviate sulla via «virtuosa grazie a una gestione accurata e che sta dando risultati positivi».

Nella sua replica, il ministro della Salute Renato Balduzzi ha sottolineato che «pur trattando il decreto-legge in esame temi di grande rilevanza per la sanità pubblica, non ha tuttavia la pretesa di compiere una riforma radicale di tutta la materia sanitaria. L'operazione compiuta nel decreto-legge rappresenta una sorta di "manutenzione straordinaria" del servizio sanitario nazionale, nel senso di portare a compimento la trattazione di alcuni temi annosi e di dare attuazione a quanto disposto dal provvedimento in materia «spending rewiev». Il ministro si è poi rivolto ai parlamentari auspicando «un dibattito ampio e costruttivo, nel corso del quale siano anche messe in evidenza le eventuali criticità».


Sulle cure primarie è necessario trovare un accordo con le Regioni, secondo Livia Turco, Pd (relatore) per una formulazione condivisa. Sulla responsabilità medica invece secondo Turco si dovrebbe recuperare il testo del Ddl al Senato su cui c'era già intesa, mentre per i Lea si dovrebbe ampliare la previsione di rinnovamento.
Secondo Livia Turco il capitolo delle nomine dei primari e dei Dg andrebbe rafforazto nella valutazione mentre rispetto alla legge Brunetta si dovrebbe cancellare la previsione della possibilità di recesso nei confronti di quelli giudicati negativamente.