Imprese e mercato

TAGLI/ Farmindustria critica: «Noi abbiamo creato posti di lavoro, ora Renzi faccia la sua parte». Ma il Governo minimizza: «Nessun taglio, solo razionalizzazione»

di Lucilla Vazza

«Noi abbiamo rispettato i patti facendo la nostra parte, in particolare con la creazione di oltre 3mila nuovi posti di lavoro, di cui 1.600 per giovani under 30. Qualcun altro invece non li ha rispettati». Così il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, commenta i tagli alla sanità concordati ieri tra il governo e le regioni. Tagli che prevederebbero un duro colpo alla spesa sanitaria per un importo totale di circa 2,6 miliardi.

Parlando a margine della dell'ottava edizione della Giornata delle malattie rare, nella sede dell'Istituto Superiore di Sanità, Scaccabarozzi ha aggiunto: «Tutta questa manovra è una farsa paradossale ma è anche una forma presa in giro. Noi ci eravamo presi un impegno che abbiamo mantenuto non solo con la creazione di oltre 3mila posti di lavoro anche facendo ripartire gli investimenti e oggi abbiamo dei livelli di export notevoli, come non abbiamo mai avuto, oggi si taglia ancora la sanità perché non si ha la capacità di gestire le altre voci di spesa. I tagli alla sanità - ha continuato Scaccabarozzi - significano anche un taglio alla farmaceutica perché noi siamo l'unico settore che ha un tetto vincolante, un settore che lo scorso anno ha ripianato centinaia di milioni e quindi si sperava che la stabilità, tanto sbandierata, venisse mantenuta».

Le sfumature del Governo. Ma dal Governo, incalzato da tutti i lati, arriva una smentita: «L'accordo raggiunto ieri in conferenza Stato Regioni sulla legge di Stabilità - dichiara il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa - non prevede tagli alla spesa storica sanitaria, che rimane sostanzialmente uguale a quella del 2014, ma un congelamento del già previsto incremento del Fondo sanitario nazionale». Puntualizzando che «l'accordo si basa essenzialmente sull'efficientamento e la razionalizzazione di alcuni costi per l'erogazione dei servizi e consentirà di mantenere invariati i livelli essenziali delle prestazioni». «Occorre inoltre chiarire - aggiunge Bressa - che nello stesso accordo non è previsto alcun taglio alla spesa farmaceutica. Si è stabilito infatti di avviare un tavolo che individuerà, entro il 31 marzo, i settori del servizio sanitario nei quali razionalizzare la spesa. Pertanto le dichiarazioni che riferiscono di tagli insostenibili per la sanità, non corrispondono al vero».

Insomma, con la smentita, appare chiaro che se non è zuppa è pan bagnato. Se non si tratta di aumenti, come detto per legge, allora tocca aspettare i tagli di marzo per capire dove affonderà il bisturi. In ogni caso i tagli ci saranno, in un modo o nell'altro. Al di là delle sfumature del Governo.

Il numero uno di Farmindustria che ha precisato di non avere parlato ancora con il premier Matteo Renzi , ha annunciando tuttavia che «chiederemo presto un incontro con lui anche perché c'é un tavolo sulla farmaceutica in corso e mi sarebbe piaciuto che queste tematiche fossero state affrontate in quella sede». Scaccabarozzi ha poi specificato: «con la ministra Beatrice Lorenzin c'è stato un confronto e sappiamo che lei ha fatto tutto ciò che poteva per evitare che venisse toccato il fondo sanitario nazionale. Gliene sono riconoscente innanzi tutto come cittadino italiano».