Imprese e mercato

Farmacie, per l'Istituto Bruno Leoni la liberalizzazione non nuoce al consumatore

La liberalizzazione dei farmaci di fascia C con ricetta ritenuta «insostenibile da un punto di vista tecnico» dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e osteggiata da Federfarma, registra una voce favorevole nel nuovo focus dell'Istituto Bruno Leoni, «La liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C e gli infondati timori per la salute». Secondo l'autore, Giacomo Lev Mannheimer, Fellow Ibl, l'apertura a parafarmacie e corner Gdo non rappresenta un pericolo per i consumatori. Eppure, tutti i tentativi in questo senso sono falliti, soprattutto a causa della resistenza portata avanti con forza dai rappresentanti delle farmacie. Sono verosimili i rischi paventati in tal senso?
Secondo Mannheimer, «il cittadino non avrebbe nulla da temere acquistando un farmaco in una parafarmacia: quest'ultimo sarebbe ugualmente prescritto con ricetta medica e venduto da un farmacista abilitato, esattamente come accadrebbe se acquistasse lo stesso medicinale in farmacia».
«La rete di farmacie regolata da rigidi criteri di programmazione territoriale esistente tutt'oggi - prosegue Mannheimer - garantisce certamente l'indotto dei loro titolari; non, invece, i cittadini, alla cui domanda di salute corrisponde un'offerta resa deliberatamente contingentata e costosa. La liberalizzazione, pertanto, costituirebbe un importante passo avanti nell'erosione dei corporativismi che attentano quotidianamente all'economia e all'innovazione del nostro tessuto produttivo e occupazionale; i timori paventati e i presunti endorsements ricevuti, al contrario, non fanno altro che difendere quei corporativismi».

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