Imprese e mercato

Assobiomedica: «No ai tagli. Il Governo investa sulla sanità»

«Se verranno introdotti nuovi tagli alla Sanità sarà difficile garantire servizi e prestazioni ai cittadini, tantomeno di qualità. La sostenibilità del sistema Salute è già a rischio per effetto delle spending review degli anni passati. Oggi la Sanità avrebbe bisogno di uno slancio e il Patto per la Salute è un buon punto di partenza per ricominciare a investire nel servizio sanitario. Si continua invece a impoverire un sistema che costituzionalmente dovrebbe garantire a tutti il diritto alla tutela della salute, sanzionando di fatto la retrocessione in serie B dei nostri cittadini rispetto a quelli europei». Questo il commento di Stefano Rimondi, Presidente di Assobiomedica, sull'ipotesi di nuovi tagli alla Sanità con la Legge di Stabilità.

La priorità: investire nella filiera salute. «Con il Patto per la salute, Governo e Regioni hanno finalmente compreso che la Sanità è un investimento per il Paese – ha dichiarato Rimondi -. Con i tagli si rischia invece di impoverire il nostro Ssn e disperdere un potenziale, anziché puntare sui servizi, sull'ammodernamento del Ssn e sull'industria della salute. La stessa filiera della Salute, che produce innovazione tecnologica, attira nuovi investitori e punta sulla ricerca, andrebbe valorizzata. Finora invece abbiamo registrato un calo della domanda interna del 3% solo dal pubblico e un aumento dell'export del 2,8% a conferma che l'industria del settore è riconosciuta anche e soprattutto fuori dal nostro Paese».

Serve una politica industriale che riconosca l'innovazione. «Se si vuole riformare questo Paese e valorizzarlo anche agli occhi degli investitori esteri – ha concluso Rimondi – si dovrebbe avviare una politica industriale che riconosca il valore delle nuove tecnologie e della ricerca, anche dei dispositivi medici e diagnostici in vitro. Il nostro settore è così pieno d'innovazione che a Mirandola molte aziende, anche a capitale estero, hanno reinvestito e mantenuto la produzione, nonostante il terremoto del 2012. Sarebbe un peccato non puntare anche su queste leve per rilanciare il Paese».