Imprese e Mercato

Scaccabarozzi (Farmindustria): allarme per il farmaceutico se le ipotesi per il Patto sulla salute si trasformeranno in emendamenti alla legge di stabilità

«Vediamo cosa succede con la legge di stabilità, ma se dovesse passare anche solo una delle proposte sul farmaco contenute nelle bozze delle Regioni per il Patto della salute, e trasformate in emendamenti, il piano industriale per il settore farmaceutico si fa velocemente: tagli, delocalizzazione, eliminazione di impianti e disoccupazione». Questo l'allarme lanciato dal presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, a margine di un convegno sulla sostenibilità del Ssn organizzato oggi all'Istituto Luigi Sturzo di Roma, a proposito di alcuni emendamenti presentati alla legge di stabilità che prevedono, ad esempio, la possibilità di gare regionali per l'acquisto di farmaci anche non equivalenti ma con la stessa indicazione terapeutica.

«Poveri malati, poveri cittadini - aggiunge Scaccabarozzi - una previsione simile sarebbe una follia sia dal punto di vista del medico che del paziente se a scegliere un farmaco è un burocrate che guarda solamente al costo. Finché la proposta arrivava dalle Regioni era un conto, ora che anche in Senato vediamo le stesse cose siamo molto preoccupati. Mi auguro che si voglia invece decidere di cominciare a fare le cose perbene».

Nel suo intervento al convegno all'Istituto Sturzo il presidente di Farmindustria ha ricordato che il farmaco, in chiave prevenzione, può essere un elemento di sostenibilità del sistema, tenendo conto ad esempio del fatto che «ogni euro speso in vaccini ne fa risparmiare 24 in farmaci o che un giorno in ospedale costa circa 1000 euro al giorno, mentre un anno di assistenza farmaceutica ne costa circa 270. Evitando un solo giorno di ricovero si può quindi garantire l'assistenza a 4 pazienti».

Al convegno, il presidente dell'Istat, Antonio Golini, ha ricordato che «nel 2050 gli over 65 costituiranno circa un terzo della popolazione italiana a fronte dell'attuale 20%», lanciando l'allarme per la crescita della spesa sanitaria. «Nel 2050 gli ultraottantenni saliranno - ha proseguito - dal 5,8% al 13,6%». Un fenomeno che apre scenari del tutto nuovi per la sanità del nostro Paese e che richiede una forte dose di innovazione per garantire la sostenibilità del sistema. In questo senso, i flussi migratori hanno un ruolo decisivo.

La sostenibilità del Ssn passa anche per una riorganizzazione complessiva e in particolare «dipende in primo luogo dalla riforma del Titolo V della Costituzione», ha sottolineato Emilia De Biasi, presidente della commissione Igiene e sanità del Senato. «I 21 micro stati attuali - ha aggiunto - mal si collegano al concetto di universalismo in quanto presentano troppe difformità». La risposta non può essere però quella di «accentrare tutti i poteri nel ministero della Salute, poichè il Ssn è un valore di prossimità». E' urgente e necessaria, ha continuato De Biasi, «una revisione del rapporto tra Stato e Regioni e di conseguenza anche del rapporto tra Stato e mercato». Nel complesso lo Stato ha il dovere di «ridefinire Linee guida eLea e di compiere un ragionamento serio sull'universalismo selettivo: l'esenzione dei ticket al 70%, per esempio, non significa tutelare l'uguaglianza». Per invertire la rotta bisogna allora «passare da ipotesi di lavoro monetariste a ipotesi di visione, cercando maggiore coesione e collaborazione per interrompere - ha concluso la senatrice - l'attuale contrapposizione tra gli attori del sistema».