Imprese e Mercato

Debiti Pa: 3,3 miliardi in cassa delle Regioni per la sanità. Ma i fornitori attendono

Parte con il decreto legge sull'Imu (VEDI) anche l'accelerazione promessa dal Governo per il prossimo autunno sui pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione, con lo sblocco immediato di altri 10 miliardi.

Per ora (al 6 agosto) alle Regioni per i debiti sanitari sono stati erogati solo 3,3 miliardi che però non arriveranno subito nelle casse dei fornitori: a fine agosto ancora non si hanno "segnali" di pagamenti effettuati, nonostante i tempi dall'erogazione dei fondi avrebbero dovuto essere contenuti in circa un mese (in questi giorni quindi). Ma il punto definitivo sarà possibile solo dalla prossima settimana.

Così le imprese del settore sanitario restano ancora alla finestra, con poco ottimismo per ora : «Il Governo vuole accelerare in autunno: tradotto, la paura è che nulla arrivi in cassa prima di fine anno. Così ora siamo sulla riva del fiume a vedere se tra qualche mese passerà una "barchetta" o solo il cadavere di questo provvedimento», spiega Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica, l'associazione dei produttori di biomedicali - che vata uno scoperto nei pagamenti di circa 4,9 miliardi da parte delle aziende Ssn (VEDI) , fortemente preoccupati da tutti i rallentamenti burocratici dell'iter dei pagamenti.

E questo perché, ad esempio, nella maggior parte dei casi non sono nemmeno state concluse tutte le procedure previste dal decreto. Prima tra tutte l'iscrizione alla piattaforma telematica dell'Economia, precondizione per pubblicare l'elenco dei debiti, poter procedere alla loro certificazione (entro il 15 settembre) e quindi al pagamento. Le ultime rilevazioni all'inizio dell'estete indicano che l'iscrizione era stata completata solo da 196 Enti sanitari su 268. E anche se alcune Regioni non hanno chiesto anticipazioni (Lombardia, Marche e Basilicata e le province di Trento e Bolzano), le conseguenze della mancata iscrizione sono molteplici, spiega Assobiomedica. Prima tra tutte l'impossibilità di certificare i crediti, bloccando l'iter e lasciando tempi e importi ancora nella nebbia.

In più - vero punto dolente - le Regioni con il maggior disavanzo sanitario sono responsabili della maggioranza del debito (per noi due terzi) e sono anche quelle commissariate, che per questo non possono "tecnicamente" certificare.

Ma intanto prosegue l'assegnazione delle risorse stanziate dal decreto per il 2013 anche nel settore sanitario.

L'ultima situazione rilevata dal ministero dell'Economia è al 6 agosto scorso: a nove Regioni (Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Molise, Piemonte, Puglia e Toscana) sono stati erogati 3,333 miliardi dei cinque previsti per il 2013, anche se, appunto, l'iter perché questi possano giungere ai fornitori potrebbe essere ancora lungo.

Riassegnati anche, lo ricordiamo, i 280 milioni residui (non richiestI) a Lazio, Emilia Romagna, Puglia e Piemonte.