Sentenze

Tra vaccinazione e autismo non c'è nesso: in Appello ribaltata la sentenza

Non esiste alcun nesso causale tra vaccinazione e autismo.
Lo afferma la corte d'Appello di Bologna che ha ribaltato la sentenza del giudice del lavoro di Rimini del 2012 secondi cui esisteva un legame tra la vaccinazione trivalente Mpr (morbillo-parotite-rosolia) e l'insorgenza di autismo in un bambino vaccinato nel 2002. La prima sentenza, che condannava il ministero della Salute riconoscendo il diritto all'indennizzo previsto dalla L. 210/92 per la famiglia del bambino, veniva ritenuta «storica» e utilizzata come punto di riferimento in molte cause civili per danni, che sono state avviate successivamente.
Il ministero della Salute ha fatto ricorso alla Corte d'Appello che ha nominato un consulente tecnico d'ufficio: il dottor Lodi ha stroncato i presupposti della decisione del giudice del lavoro definendo «scientificamente irrilevanti» le ragioni della sentenza riminese.
Nel giudizio di secondo grado il medico «ha segnalato in modo minuzioso la non pertinenza e la non rilevanza degli studi in essa citati». Il consulente della famiglia ha presentato le ricerche del medico inglese Wakefild, autore di un articolo su Lancet sui collegamenti tra vaccini e autismo, che poi venne ritrattato dai coautori e, alla fine, ritirato dalla rivista stessa. «Sono studi irrilevanti - ha scritto il perito - smentiti dalla comunità scientifica». Inoltre «nella storia clinica del bambino non c'è un'oggettiva correlazione temporale tra la progressiva comparsa dei disturbi della sfera autistica e il vaccino Mpr, vi è solo il fatto che i due eventi avvengano uno prima e uno dopo, ma come dimostrato, ciò non è sufficiente a mettere in relazione i due eventi».

Il commento della Siti. «Un'altra importante pronuncia della magistratura, dopo quella della comunità scientifica, a chiarire che non esiste alcun rapporto tra il vaccino Mpr, inoculato per prevenire morbillo, parotite e rosolia, e autismo» interviene senza mezzi termini la Siti, la società italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, in una nota a commento, «Una nota sentenza emessa dal Tribunale di Rimini nel 2012 aveva infatti teorizzato un nesso di causalità tra il vaccino e i disturbi dello spettro autistico, condannando il ministero della Salute - allora non costituito in giudizio - a risarcire danni per circa 200mila euro. Nel secondo grado di giudizio la Corte d'Appello di Bologna ha ora ribaltato tali conclusioni, avvalendosi di un consulente tecnico d'ufficio che ha chiarito l'infondatezza delle ragioni su cui si fondava la sentenza di primo grado. E, in primis, dei riferimenti a uno studio pubblicato sulla rivista Lancet e successivamente ritirato, opera del medico inglese Andrew Wakefield, poi radiato dall'albo dei medici britannico. Studi successivi, pubblicati anche sul British Medical Journal, hanno sconfessato tali teorie». «La Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica ha sempre sottolineato», specifica la nota «in coerenza con Oms e altri organismi internazionali, l'assenza di nesso causale tra il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia e i disordini dello spettro autistico. Quindi non esistono evidenze scientifiche per stabilire che il primo provochi la sindrome, ma c'è solo un collegamento di ordine temporale nel senso che il vaccino MPR viene somministrato prima della diagnosi di malattia autistica, che di solito arriva tra i 3 e i 6 anni». Per questo la Siti si augura che «successive sentenze siano coerenti con quanto affermato dalla comunità scientifica, dalla Sentenza del Tribunale di S.Maria di Capovetere del gennaio 2015 e ora anche dalla Corte d'Appello di Bologna».