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Inquinamento: bonifiche in ritardo e popolazione a rischio. La convention dei Sin a Mantova

Adottare anche in Italia la Valutazione di impatto sanitario (Vis), come ci chiede l'Europa ed elaborare al più presto le linee guida per la valutazione dei danni sanitari nei siti inquinati sulla scorta del decreto del ministero della Salute del 24 aprile 2013. Con un approccio partecipato che coinvolga direttamente i cittadini. Sono queste le richieste che emergeranno dalla prima convention nazionale della rete Sin (Siti contaminati di interesse nazionale) - di cui Legambiente è uno dei promotori - che si svolgerà a Mantova il 19 e 20 settembre. Tra gli organizzatori, anche altre sigle tra cui la rete dei comuni Sin, i medici di Isde, Fimmg e il coordinamento nazionale dei comitati dei siti inquinati.

Al centro dell'incontro il gigantesco problema italiano delle bonifiche. In Italia sono centomila gli ettari di territorio avvelenato da rifiuti industriali di ogni tipo: 57 aree in cui vivono oltre 4,5 milioni di persone. Sono queste le zone sparse per il nostro Paese in cui il passato industriale italiano ha lasciato in eredità terreni, falde e fiumi inquinati da sostanze altamente nocive per la salute dei cittadini. Queste aree vengono chiamate Sin, ovvero Siti di Interesse Nazionale, e per ognuno di questi sarebbe urgente procedere alla bonifica e alla messa in sicurezza del territorio.

Nel 2013, grazie a un decreto ministeriale (e non a bonifiche effettuate), il numero dei Sin è sceso a 39, "declassando" ben 18 aree a siti di interesse regionale. Contro il declassamento ha fatto ricorso il comune di Ceccano e la Regione Lazio per il sito "Valle del fiume Sacco", il Tar lazio ha accolto le richieste e ha riportato il sito tra quelli di interesse nazionale.

Legambiente ha presentato analogo ricorso per 4 siti da bonificare: il Litorale Domizio-Flegreo e Agro Aversano (Terra dei fuochi), Pitelli a La Spezia, bacino del fiume Sacco e discariche in Provincia di Frosinone.

Il problema è comunque noto a tutti, compresa la politica, ma le bonifiche non partono e i cittadini continuano a vivere vicino a potenziali bombe sanitarie. Il problema principale sono i finanziamenti, perché risanare i terreni costa caro e non è sempre facile far pagare ai responsabili i costi della bonifica.

Il costo delle bonifiche. Secondo alcune stime recenti il giro d'affari complessivo del risanamento ambientale in Italia si aggirerebbe intorno ai 30 miliardi di euro. Ma siamo in ritardo anche sulle caratterizzazioni delle aree e sugli studi relativi all'impatto che ciascuno di questi siti ha sulla salute dei cittadini.

I ritardi delle procedure. Secondo i dati dei comuni che fanno parte della Rete SIN, sugli attuali 39 siti di interesse nazionale l'80% delle aree inquinate sono state indagate, ma solo per il 30% si è provveduto alla messa in sicurezza e le bonifiche approvate dal ministero, ma non tutte realizzate, sono solo il 35%.


Perché c'è bisogno della Vis. La Vis è un mezzo per valutare l'impatto sulla salute dei vari settori d'intervento. Una combinazione di procedure, metodi e strumenti con i quali si possono prevedere i potenziali effetti di una politica, un programma, o un piano di interventi, sulla salute della popolazione.

La Vis è già in vigore negli Usa, India e Cina. In Europa in Bulgaria, Repubblica Ceca, Lituania, Slovacchia. In Italia viene applicata solo su base volontaria da alcune Amministrazioni, come in Inghilterra, Danimarca, Finlandia, Irlanda e Svezia.

«Il convegno vuol essere un'occasione di studio delle esperienze italiane di valutazione del danno alla salute - spiega Edoardo Bai, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia - causato dalle attività industriali e dalla presenza di siti inquinati. Perciò abbiamo invitato chi ha elaborato queste esperienze dal punto di vista scientifico, con lo scopo di metterle a confronto con i sindaci delle aree inquinate, con le associazioni ambientaliste e con i comitati locali che si battono contro l'inquinamento. Crediamo che un'esperienza di questo genere sia del tutto nuova, e che il dibattito contribuirà a elaborare suggerimenti e idee da offrire alla Autorità. Queste modalità di dibattere sugli effetti dell'inquinamento del resto sono fortemente raccomandate dalle direttive europee, ma purtroppo il nostro paese non dà molto peso alla partecipazione. Il nostro scopo è anche quello di creare un forte gruppo di pressione che inviti il governo a elaborare, con metodo partecipativo, le linee guida tecniche per la valutazione dei danni alla salute dei grandi impianti e dei Sin. Finora le opinioni sul tema sono le più disparate e con opposte conclusioni: è necessario che si intervenga con una norma che faccia chiarezza sul problema e indichi gli interventi necessari e obbligatori per eliminare o attenuare gli impatti».


L'impatto sulla salute nelle aree inquinate. Secondo il Rapporto Sentieri, stilato dall'Associazione Italiana Registro Tumori, in 44 comuni che ospitano un Sin, è accertato un eccesso di mortalità per tumore con 4.000 casi in più, e fra questi in 27 si ha un aumento della mortalità generale con 10.000 casi in più. Lo studio contenuto in "Sentieri" non dimostra un rapporto causa effetto con le zone inquinate, però il dato è comunque rilevante e sarà tema di discussione durante il convegno.

A Mantova saranno presenti, tra gli altri, anche l'Università La Sapienza, che illustrerà il Rapporto Sentieri, ed Eneav che ha verificato il trend storico delle cause di morte nel comune di Mantova.

Inoltre verranno illustrate numerose esperienze di valutazione dei danni. Come ad esempio quella realizzata nella Valle del Sacco dove sono stati misurati i livelli di un contaminante (il betaesaclorocicloesano) del fiume nel sangue della popolazione residente nei dintorni del corso d'acqua. In particolare sono stati misurati valori di β-HCH più elevati in coloro che risiedono in prossimità (entro un km) del fiume Sacco, con valori più che doppi rispetto ai cittadini che vivono nelle aree più lontane. Un secondo esempio positivo è rappresentato dallo studio sulla centrale a carbone di Savona, fatto in occasione della perizia sulla Tirreno Power. Qui è stata eseguita una mappatura delle ricadute degli inquinanti e si è analizzata l'incidenza di alcune malattie nella zona mappata. Si è dimostrato un aumento statisticamente significativo dei ricoveri dei bambini per patologie respiratorie, in particolare asma e un aumento sempre significativo, di malattie cardiovascolari e polmonari, in particolare del cancro al polmone.

Alla convention ci sarà spazio anche per presentare il «cattivo esempio» della Terra dei Fuochi dove lo screening sanitario è stato effettuato senza alcun coinvolgimento della popolazione, e anzi il sito, noto come uno dei più inquinati della nazione, è stato declassato a sito di interesse regionale.

Il convegno si svolgerà a Mantova il 19 e 20 settembre nell'aula magna della Conferenza vescovile, in via Cairoli 20. Per informazioni www.legambiente.lombardia.it