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Infanzia e adolescenza: in un anno quadruplicate le segnalazioni al Garante

Si sono quadruplicate, in un anno circa, le segnalazioni al Garante per l'infanzia e l'adolescenza per casi di violazione o di rischio di violazione dei diritti di minori: lo rende noto la stessa Autorità, guidata da Vincenzo Spadafora nella Relazione al Parlamento (VEDI DOCUMENTO) presentata oggi alla presidente della Camera Laura Boldrini.
Dal marzo 2012, quando il Garante ha cominciato a essere pienamente operativo, fino al 31 dicembre 2013, sono pervenute all'Autorità 238 segnalazioni, di cui 45 nel 2012 e 193 nel 2013. La maggior parte delle segnalazioni (95) proviene dai genitori, con una sostanziale parità tra padri e madri. Numerose anche le segnalazioni giunte da "cittadini", singoli o gruppi che hanno scelto di presentarsi in questo modo. Poche le segnalazioni anonime. Nessun minorenne si è rivolto direttamente al Garante, sebbene questa opzione sia giustamente prevista e promossa dalla legge istitutiva.

Le criticità segnalate più di frequente sono quelle tra privati e istituzioni (64,3%): riflettono un malumore diffuso e un sentimento di sfiducia negli organismi e negli operatori dello Stato e degli Enti locali competenti ad intervenire, che investe i cittadini coinvolti soprattutto in problematiche di tipo familiare. Vengono attaccate duramente le comunità, non comprese nella loro valenza educativa; contestati aspramente i provvedimenti dei Tribunali per i minorenni in ambito civile; svalutato, talvolta sin quasi fino all'oltraggio, il lavoro degli operatori del servizio sociale. Alta è anche la conflittualità tra privati, prevalentemente tra genitori. Sono emblematiche, in tal senso, le 55 segnalazioni all'Autorità che riguardano i figli contesi tra genitori a seguito della loro separazione che, unite alle 14 relative ad altrettanti episodi di sottrazione internazionale di minorenne, costituiscono il 36% del totale delle segnalazioni pervenute nel corso del 2013.

Rilevanti per il numero che raggiungono (42) sono anche le segnalazioni che riguardano i media: soprattutto programmi televisivi andati in onda sulle reti nazionali pubbliche e private che non appaiono adatti a un pubblico di minori o trailer ritenuti altrettanto inappropriati alla visione dei più piccoli, proposti nelle sale cinematografiche prima delle proiezioni di film per bambini. In questi casi, l'Ufficio ha inoltrato la segnalazione per competenza al Comitato media e minori.

Nel 2013 «non ci sono stati progressi e innovazioni relativamente ad aspetti vitali riguardanti le politiche per l'infanzia e l'adolescenza». In particolare, «vanno messe in luce le difficoltà derivanti dal continuo mutamento del quadro politico-istituzionale, foriero di cambiamenti in termini di interlocutori e scadenze. La scarsità dei fondi stanziati per l'infanzia e l'adolescenza, come anche le politiche di austerità che colpiscono le famiglie, hanno prodotto l'acuirsi di un disagio così diffuso che rischia di compromettere la mobilità sociale intergenerazionale che è condizione essenziale per il progresso della nazione».

«L'infanzia va ascoltata e gli adulti e le istituzioni devono tradurre quello che i bambini dicono, desiderano, le loro aspettative. Investire sull'infanzia è un investimento per il Paese», ha affermato la presidente della Camera Boldrini, sottolineando «che i genitori devono fare di più per i loro figli». Parlando a margine della presentazione al Parlamento della relazione annuale dell'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, Boldrini ha puntualizzato: «Ritengo che ogni fase della vita deve essere compiuta. I bambini devono fare i bambini, non devono essere spinti verso l'adolescenza. Gli adolescenti non devono crescere troppo in fretta e a volte stentano a diventare adulti perché non hanno accesso al mondo del lavoro. Abbiamo due milioni di ragazzi nel nostro Paese che non studiano, non sono in formazione e non lavorano. Bisogna aiutare questi giovani a diventare adulti favorendo anche il loro ingresso nel mondo del lavoro o nella formazione, ma lasciare così questi ragazzi è una perdita che non ci possiamo permettere».

Anche le «associazioni che si occupano di infanzia - si legge nel testo della Relazione - sono sempre più abbandonate a loro stesse, eppure lottano ogni giorno per tamponare le carenze dello Stato che non riesce, tramite i propri rappresentanti, ad impostare un'agenda per l'infanzia e l'adolescenza che tenga conto di quanto sia prioritario agire subito e con determinazione».

Delle 193 segnalazioni del 2013, 38 sono state inoltrate ai Garanti regionali e delle Province autonome per competenza territoriale, e hanno riguardato in particolare tematiche scolastiche e di figli contesi. Il Garante al quale sono state inviate più segnalazioni è quello del Lazio.