35 anni del Ssn: regaliamoci l'art. 32 della Carta

Il mito è quell'art. 32 della Costituzione di cui tanto ci siamo riempiti i cuori. Una conquista di civiltà, ci diciamo con (giusto) orgoglio una volta tanto italico. Anche se, lo sappiamo bene, la realtà non è mai stata esattamente pari al precetto della nostra Carta. E oggi, all'alba dei suoi primi 35 anni compiuti lunedì 23 dicembre, è più che mai lecito (anzi, doveroso) interrogarsi sul passato, sul presente e sul futuro del Servizio sanitario nazionale. 35 anni vissuti pericolosamente? Sprecati o no? Con quali sogni esauditi e misfatti compiuti alle spalle? Per chiedersi naturalmente infine: cosa ci aspetta adesso?

Domande retoriche, si dirà. Ma la questione della «sostenibilità» non può essere elusa a pié pari quasi fosse un delitto di lesa maestà. Quasi solo affermandolo si intendesse fare del tutto uno straccio e mandarlo al macero. No, si tratta di guardare avanti. Di capire come, cosa, con quali forze, con quali alleanze, con quali perdite di antiche (e dure a morire) rendite di posizione, con quale visione della società - con quale reale volontà, insomma - potremmo salvare il massimo del salvabile di quella conquista di civiltà, affinché tale resti. Di quale Welfare parlare, per non rischiare di precipitare in un no-Welfare che, quello sì, sarebbe il fallimento totale.

Ai nostri figli è negato un futuro. I loro padri in una furia di guerra generazionale e di rottamazione a priori, devono rinunciare anticipatamente ai loro sogni e anche al lavoro. I nonni invecchiano, con una pensione al lumicino e condizioni di disabilità diffuse e profonde.

L'Italia invecchia. L'Italia si impoverisce in maniera finora sconosciuta e mette in piazza tutte le sue debolezze spesso senza rete di protezione.

L'Italia rinuncia alle cure, o pericolosamente le rinvia. Di tutto questo, il Ssn è stato un argine fondamentale. Pur nelle sue storture, con i diritti non raramente calpestati, con le ruberie e le malversazioni, con quel federalismo straccione che ci hanno voluto dare.

Da 35 anni ci interroghiamo intorno al Ssn. Ma a questo punto, 35 anni dopo, interrogarsi non basta più. Così, fino a quando potremmo andare avanti anche nascondendo che i diritti non sono uguali per tutti? Che di taglio in taglio, si sta spegnendo la candela della speranza del futuro anche per la salute nostra e dei nostri figli? (r.tu.)

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