Bersani risponde all'Anaao: «Le difficoltà esistono ma sono più ottimista di Monti»

«La situazione del nostro sistema sanitario é difficile, inutile negarlo. Ma io sono più otimista del presidente Monti e resto fermamente convinto che il sistema universalistico, così come lo abbiamo costruito, debba essere garantito a tutti i costi», scrive il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, rispondendo all'invito del segretario nazionale dell'Anaao Assomed, Costantino Troise, di intervenire sul tema della sanità pubblica (VEDI) .

«Va riconosciuto - prosegue la lettera di Bersani - che, con i tagli drastici di questi anni associati a quelli previsti nella legge di stabilità, siamo arrivati a una soglia oltre la quale non è possibile andare. E condivido con i medici, gli infermieri e tutti gli operatori del settore che ho avuto modo di incontrare in questi mesi, il serio timore che si rischi di ridurre al collasso l'intero sistema che oggi si regge sull'impegno e la dedizione di chi lavora in condizioni di grave disagio. Solo due giorni fa ero all'IDI, a Roma, per partecipare a un'assemblea di lavoratori che non ricevono lo stipendio da agosto. Nonostante questo ogni giorno vanno in ospedale, visitano, operano, curano le sofferenze di tante persone. Non se ne lavano le mani perché il loro posto, il posto dei medici, è a fianco dei pazienti. A loro va un grande rispetto e l'impegno serio da parte delle istituzioni e della politica per dare risposte concrete. In queste settimane non è mai mancato un mio riferimento a tematiche così importanti e, visto il loro rilievo, ne ho voluto parlare anche nel mio appello finale in televisione durante il confronto su RAI1».

«C'è molto lavoro da fare - aggiunge il segretario Pd - per riordinare, per contrastare gli sprechi e le inefficienze, che ci sono. Ma a fronte di un serio impegno che ci dobbiamo assumere in questa direzione, c'è un servizio pubblico che non va più toccato, non si può procedere ancora sulla strada dei tagli, la via è quella di una seria riorganizzazione. Il percorso va fatto coinvolgendo le regioni, gli amministratori e tutti i medici che sono in prima persona investiti della responsabilità di fare funzionare gli ospedali. E sono anche in prima linea - conclude - nel rispondere ai pazienti che spesso non sono solo ammalati ma sono anche esasperati. Vi posso assicurare che non ignoro questi problemi, sono molto chiari nella mia mente e nella mia agenda per il futuro dell'italia».