Dal governo

Lorenzin a tutto campo dai costi standard, agli "auto-tagli" delle Regioni passando per le critiche al Lazio di Zingaretti

«I costi della siringa sono una leggenda metropolitana, che sfateremo il 22 aprile con i "Falsi miti della sanità". I costi standard sono già applicati in Italia e la questione delle centrali uniche di acquisto è già una legge dello Stato prevista nel Patto della Salute. Ma non solo a livello regionale: è un specie di network che ci fa confrontare i prezzi pagati per le forniture e può farci armonizzare i controlli». Lo ha affermato la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, intervistata questa mattina a SkyTg24. E non è mancato un botta e risposta dovuto alle affermazioni della ministra che tra un paio di mesi partorirà due gemelli in un grande ospedale pubblico romano. Lorenzin nell'intervista lanciando una stoccata al governatore Nicola Zingaretti aveva detto: «Gli ospedali romani hanno un deficit di 630 milioni di euro l'anno. È evidente che servono interventi, ma non con lo spirito ragionieristico», cioè guardando «solo i conti come fatto fino adesso, ma bisogna vedere come viene svolto il servizio, come vengono utilizzate le camere operatorie e il personale». All'affermazione è seguita una nota della Regione Lazio: «Il deficit storico degli ospedali romani quando il Lazio entrò nel Piano di rientro ammontava a oltre 1 miliardo e 400 milioni di euro: se oggi è 630 milioni significa che è più che dimezzato, e forse questo dato è utile divulgarlo per comprendere appieno le reali dinamiche positive della spesa sanitaria nel Lazio».

Nessun taglio ai servizi. I servizi non saranno tagliati, gli investimenti sulle strutture sanitarie sono da confermare e l'incremento previsto dal Patto per la Salute sul Fondo Sanitario Nazionale «deve essere mantenuto». La chiave per assicurare la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale è un'azione di razionalizzazione su «beni e i servizi e forniture» e un intervento sulla produttività. «Serve - ha aggiunto - un'azione di risparmio e reinvestimento e bisogna mantenere un progetto razionale che duri nel tempo. Ricordo che nel Patto della Salute avevamo
previsto 2 miliardi per applicare Lea e Nomenclatore Tariffario, che invece ci costano 418 milioni. La strada è stata tracciata, va seguita in modo razionale e preciso». Le Regioni, secondo la ministra, «hanno fatto un grosso lavoro lo scorso anno per portare un incremento in 3 anni di 5 miliardi di euro al Fondo sanitario nazionale e per evitare che ci fossero tagli lineari. Con la Legge di stabilità i 4 miliardi e passa che le regioni dovevano recuperare, le regioni hanno dichiarato di non essere in grado di recuperarli se non toccando il Fondo sanitario. Hanno quindi fatto un'intesa chiedendo che fosse decurtata questa parte, che è un mancato aumento rispetto a quello predisposto».

E nell'intervento, Lorenzin si è riferita a quanto detto dal presidente del consiglio Renzi, che nella conferenza stampa di presentazione del Def aveva parlato di risparmi ottenibili da una riduzione del numero delle Asl, ricordando che già oggi le Regioni hanno piena autonomia di intervenire sul riordino e gli accorpamenti delle aziende, come in effetti è già successo in molti territori. «Le Regioni possono decidere di accorpare e razionalizzare il numero delle Asl - aggiunge Lorenzin - Molte lo stanno già facendo e questo attiene alla loro autonomia. Cito due esempi: la Toscana e la Calabria. Ma molto dipende dalla conformazione del territorio, ci possono essere problemi organizzativi. È importante però che le Asl non ragionino una contro l'altra, ma che ci sia un'armonizzazione a livello ragionale e nazionale». Mentre sul tema "tesoretto" ha chiarito che non è ancora deciso nulla.

Dg scelti per merito. Lorenzin ha poi preso di petto la questione direttori generali delle Asl. «I direttori generali delle Asl saranno scelti in un Albo nazionale. Non più dalla politica, ma in base al loro curriculum. Lo prevede la mia riforma sui direttori generali e sanitari e sui primari, che sta passando in questi giorni all'interno del Ddl Madia. È previsto che i manager saranno scelti con criteri meritocratici, perché i bravi manager fanno la differenza».

Screening oncologici a macchia di leopardo. E anche sulla prevenzione Lorenzin ha spiegato che: «C'è mezza Italia che non fa screening oncologici di base, pur avendo nel Paese un struttura di prevenzione di livello mondiale. Ci sono regioni dove vengono spedite a casa le lettere delle Asl e risponde solo il 30%». E, commentando il caso dell'attrice Angelina Jolie che si è sottoposta a un'ovariectomia preventiva dopo aver scoperto di avere una mutazione genetica a rischio, e dopo essersi fatta asportare per lo stesso motivo anche il seno. «L'indagine genetica - afferma Lorenzin - è la nuova frontiera, ma subentra anche un aspetto etico e sociologico importantissimo. Le donne vanno accompagnante in questa scelta difficile e l'équipe medica in questo caso è fondamentale».





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