Dal governo

Migliorare l'appropriatezza prescrittiva e l'aderenza ai trattamenti. I dati Aifa e una guida Nice

di Aifa

L'appropriatezza prescrittiva e l'aderenza alle terapie sono aspetti di grande rilevanza sia per l'efficacia e la sicurezza dei trattamenti farmacologici sia per l'efficiente allocazione delle risorse del Servizio Sanitario Nazionale. Per tale ragione l'Aifa, nell'ambito del monitoraggio dei consumi e della spesa dei farmaci, ha da tempo individuato alcuni indicatori in grado di sintetizzare le scelte prescrittive del medico e le modalità di utilizzazione del farmaco da parte del paziente.

Tali indicatori, ad esempio, hanno mostrato, nei primi nove mesi del 2014 (OsMed gennaio-settembre 2014), un andamento verso l'inappropriatezza nell'utilizzo dei sartani a brevetto scaduto, degli inibitori di pompa e degli antidiabetici (vedi la scheda tratta dal Rapporto OsMed). L'Agenzia è impegnata sia a livello nazionale che a livello comunitario per promuovere l'appropriatezza prescrittiva e l'aderenza ai trattamenti.

Anche in altri Paesi si conducono iniziative con lo stesso obiettivo. Il National Institute for Health and Care Excellence (Nice) ha appena sviluppato una guida per ottimizzare l'uso dei farmaci, che fornisce una serie di dati e raccomandazioni orientate prevalentemente a un maggior coinvolgimento del paziente nel processo decisionale di cura.

«Circa 15 milioni di persone in Inghilterra soffrono oggi di una malattia di lunga durata – scrive il Nice – un numero destinato a crescere a causa dell'invecchiamento della popolazione, così come è destinata ad aumentare la quota di pazienti con più di una malattia di lunga durata (multimorbidità) che assume in contemporanea più farmaci, non tutti necessariamente prescritti dal medico. La politerapia e la polifarmacia rappresentano tra i più importanti fattori di rischio per l'insorgenza di reazioni avverse da farmaci, ritenute responsabili, tra l'altro, di scarsa qualità di vita, ricoveri ospedalieri frequenti e incremento dei costi e della mortalità.

In Italia, nel 2013 (dati OsMed 2013), nell'ambito dell'assistenza convenzionata, ogni italiano ha consumato in media poco più di una dose al giorno (1.031,5 DDD/1000 ab. die), in aumento rispetto all'anno precedente del +2,5%, mentre in termini di confezioni si è registrato un incremento del +2,2% (oltre 1 miliardo di confezioni nel 2013, corrispondente a 18,7 confezioni pro capite). Il numero di prescrizioni è aumentato del 2,5% rispetto allo scorso anno e ha toccato le 608 milioni di ricette.

I dati dell'Health and Social Care Information Centre (Hscic) mostrano che tra il 2003 e il 2013 in Inghilterra il numero medio di prescrizioni all'anno per ogni persona è aumentato da 13 (nel 2003) a 19 (nel 2013). Se da una parte, spiega il Nice, molte patologie a lungo termine vengono trattate con medicinali, dall'altra, le stime indicano che tra il 30% e il 50% dei farmaci prescritti non sono assunti come dovrebbero (Oms, 2003). Inoltre, tra il 30% e il 70% dei pazienti commette un errore o uno scambio involontario di farmaci, specie quando passa da un regime o da un ambito di cura a un altro.

Ottimizzare l'uso dei farmaci – scrive il Nice – significa garantire al paziente una corretta aderenza al trattamento e consente una migliore gestione delle patologie croniche, delle multimorbidità e dell'uso contemporaneo di molti farmaci. L'ottimizzazione dei medicinali richiede un approccio centrato sulla persona. La decisione condivisa – sottolinea il Nice – è d'altra parte una componente essenziale della medicina basata sulle evidenze (Greenhalgh et al. 2014; Sackett et al. 1996). In questo senso, un punto importante è comprendere quale sia il livello di coinvolgimento desiderato dal paziente.

Un'altra sfida continua – scrive il Nice – è garantire che i farmaci siano utilizzati in sicurezza. Un rapporto commissionato dal Dipartimento della Salute (Exploring the costs of unsafe care in the Nhs), ha rivelato che tra il 5% e l'8% dei ricoveri ospedalieri non programmati sono dovuti a problemi connessi all'uso di farmaci. Il rapporto si è incentrato sugli eventi avversi prevenibili che possono essere attribuiti a uno o a più errori specifici.

Gli incidenti che riguardano i farmaci possono avere diverse cause: scarsa conoscenza, mancata osservanza di sistemi e protocolli, interruzioni (ad esempio, durante la prescrizione, la somministrazione o la fornitura di un farmaco), difetti di comunicazione. Sistemi e processi efficaci – scrive il Nice – possono ridurre al minimo il rischio di problemi prevenibili relativi ai medicinali come gli effetti collaterali, gli eventi avversi o le interazioni con altri farmaci o comorbidità. Il rischio di subire danni dai farmaci aumenta naturalmente con la polifarmacia.

Gli eventi avversi da farmaco rappresentano un onere notevole per i servizi sanitari e hanno un impatto significativo sui pazienti. Quando chi fornisce le terapie farmacologiche cambia, come ad esempio al momento del ricovero in ospedale o della dimissione, vi è un maggior rischio di difetti di comunicazione e di modifiche indesiderate ai farmaci in uso. Il paziente che cambia impostazione di cura, in una percentuale tra il 30% e il 70% dei casi, va incontro a un errore o a un cambiamento involontario nell'assunzione dei suoi farmaci.

La guida Nice raccomanda una serie di metodi per identificare possibili incidenti legati alla sicurezza dei pazienti nell'utilizzo dei farmaci, tra cui il coinvolgimento del paziente nel processo decisionale e la condivisione delle informazioni, tra cui alcuni dettagli, quali le allergie e le reazioni note al farmaco o a sue componenti.

La guida contiene inoltre raccomandazioni sulla cosiddetta "medicines reconciliation", che consiste nel predisporre un elenco completo di tutti i farmaci che il paziente sta assumendo – includendo il nome del farmaco, il dosaggio, la frequenza e le modalità di somministrazione – per verificare eventuali discrepanze e/o cambiamenti, specie quando si modificano le impostazioni di cura o cambia l'operatore sanitario che ha in carico il paziente (ricovero in ospedale, dimissione ecc.). Un processo che dovrebbe coinvolgere attivamente il malato e i suoi familiari o chi se ne prende cura.