Dal governo

Violenza contro le donne, pronto Piano straordinario da 30 milioni

di Manuela Perrone

A un anno e mezzo dalla legge contro il femminicidio (n. 119/2013) che lo ha previsto, il Piano straordinario contro la violenza di genere è pronto. E metterà sul piatto 30 milioni di euro, prevedendo anche servizi minimi che vanno garantiti in ogni pronto soccorso. Parola della consigliera del presidente del Consiglio in materia di pari opportunità, la deputata dem Giovanna Martelli, che ieri al convegno «Codice violenza» , promosso dall'azienda ospedaliera San Camillo di Roma, ha anticipato le linee guida del documento.

Cabine di regia territoriali. «Lo presenteremo nelle prossime settimane e poi inizieremo una breve consultazione con le varie agenzie», ha promesso Martelli. «È stato un lavoro molto impegnativo, e auspico possa fornire qualche risposta con le risorse che abbiamo, fermo restando che quello che abbiamo scritto oggi è modificabile domani».
Una delle domande centrali è stata: come garantire sul territorio la presa in carico delle donne che hanno avuto un percorso di violenza? «La prima risposta è chiara - ha detto Martelli -: se ne fa carico lo Stato. In modi diversi, all'interno di una rete sociale costruita da tempo. Dobbiamo mettere insieme i pezzi esistenti, ma il Governo stanzia il denaro e crea un Osservatorio al Dipartimento delle pari opportunità per raccogliere i dati e monitorare quanto c'è. Nei pronto soccorso va comunque garantito almeno un servizio minimo».
Davanti alla diversità dei modelli in pista - tema centrale dell'incontro di ieri, che nasce dall'esperienza dello SportelloDonna gestito al San Camillo dall'associazione BeFree - la scelta dell'Esecutivo Renzi è di non fare tabula rasa dell'esistente ma di promuovere cabine di regia a livello territoriale «che mettano attorno a un tavolo tutti i soggetti pubblici e privati, chiamati a definire in maniera chiara il percorso di presa in carico, dal pronto soccorso al medico di famiglia, fino alle scuole. Un approccio olistico perché le vulnerabilità sono tante».

A disposizione 30 milioni di euro. Sul Piano straordinario «ci saranno 30 milioni di euro», che andranno a finanziare la promozione e il consolidamento dei progetti territoriali, la formazione degli operatori, la costituzione di una banca dati al Dipartimento pari opportunità e il supporto dei percorsi di inserimento lavorativo delle vittime di violenza. Soldi ai quali si aggiungono - ha specificato Martelli - i 17 milioni che la legge ha assegnato a centri antiviolenza e case rifugio, ripartiti tra le Regioni secondo i criteri definiti in Conferenza Unificata (ma non tutti ancora arrivati a destinazione). A regime, da quest'anno, alle strutture dovrebbero andare 10 milioni.

Il rebus dei dati. La questione dei dati è prioritaria, come ha ricordato Maura Misiti, ricercatrice del Cnr e coautrice con Serena Dandini dell'antologia di monologhi teatrali "Ferite a morte", che continua a girare il mondo (sarà a Tunisi l'8 marzo, poi a Istanbul). Misiti fa parte di un gruppo di lavoro del Dipartimento pari opportunità che sta cercando di rendere comunicanti le diverse fonti italiane sul fenomeno: da un lato le indagini di popolazione dell'Istat che stimano la violenza sommersa, non denunciata; dall'altro le informazioni frammentate che arrivano da servizi sociali, centri antiviolenza, forze dell'ordine, magistratura. «Stiamo cercando di trovare l'uovo di Colombo», ha raccontato l'esperta. «Un numero ridotto di informazioni essenziali che ci consentano di alimentare un monitoraggio continuo sulla violenza emersa. Ma è essenziale anche investire sulla conoscenza della realtà italiana: qual è la percezione della violenza, qual è la soglia di tolleranza. Da parte sua, Dandini ci ha tenuto a ricordare che «la violenza è un problema degli uomini», invitandoli a reagire: «Non basta non picchiare, non basta non fare violenza. Mi piacerebbe che l'8 marzo scendessero in piazza gli uomini».