Dal governo

Specializzazioni mediche art. 22/ L'affondo di rettori e presidi: così non va

di Maria Teresa Papadeus

I rettori delle Università italiane (Crui) e la Conferenza Permanente dei Presidenti delle Scuole di Medicina e Chirurgia bocciano e rinviano ad un ulteriore approfondimento l'attuale stesura del ddl ex art. 22 del Patto per la Salute, all'ordine del giorno della seduta di domani, della Commissione Salute della Conferenza Stato Regioni. Sono, infatti, approdate sulle scrivanie dei ministeri coinvolti (Miur e Salute), due mozioni di entrambi gli organismi per ribadire la totale contrarietà al doppio binario formativo delle Scuole di specializzazione di area medica, previsto nell'ultima stesura del Ddl delega.
Diversi i mittenti, simili i toni, identici i motivi della protesta per evitare «la dequalificazione dei futuri medici specialisti».
In particolare, per i rettori desta perplessità la cancellazione del limite della quota di specializzandi in sovrannumero che, di fatto, vanificherebbe ogni possibilità di seria programmazione nazionale, provocando il caos nelle aule universitarie e nelle corsie ospedaliere. Ma a preoccupare il mondo accademico è soprattutto la norma relativa «all'inquadramento nei ruoli del Ssn degli specializzandi in sovrannumero, con sostanziale garanzia di successiva stabilizzazione, che pone un'evidente disparità di trattamento e di stato giuridico con gli specializzandi universitari puri ai quali non è garantita, nei fatti, alcuna prosecuzione di carriera».
Una disposizione che, detta in parole povere, provocherà il blocco dei concorsi per mancanza di posti da coprire e l'inevitabile svuotamento delle scuole di specializzazione.
Per la Crui è alto il rischio di «uno svilimento della qualità dei professionisti e delle loro potenzialità di crescita professionale, pervenendo, nell'immediato, al mero incremento di forza-lavoro non qualificata all'interno delle strutture sanitarie». Ecco perché nel porgere i saluti, chiedono una nuova sessione e un loro coinvolgimento prima che si incanali l'iter parlamentare per scongiurare «lo svilimento della qualità dei professionisti e le loro potenzialità di crescita professionale, pervenendo, nell'immediato, al mero incremento di forza-lavoro non qualificata all'interno delle strutture sanitarie».
In aggiunta, i presidenti dei consigli di corso di laurea in Medicina e Chirurgia sollevano dubbi di legittimità costituzionale con il rischio di molteplici azioni giudiziarie, motivate da «ingiustificate disparità di trattamento riguardo alle modalità di accesso alle Scuole di specializzazione e ai diversi percorsi di formazione specialistica con differenti esiti formativi da cui deriverebbero difformità di tipologia di diplomi di specializzazione».

Rischio dimissioni di massa. Non hanno scritto mozioni, né missive, ma si dicono pronti a dimettersi i direttori delle circa 80 scuole di specializzazione di area sanitaria del sistema universitario campano (Federico II, Seconda Università di Napoli e Università di Salerno), dimissioni che potrebbero arrivare durante l'assemblea prevista per lunedì 9 marzo.