Dal governo

La sanità perde pezzi: 3.200 dipendenti in meno (-0,5%). Ecco il conto annuale 2013 della Ragioneria

di Roberto Turno

Nel 2013 erano 670.240, il 22,08% di tutti i dipendenti pubblici. Sono calati di 3.200 unità - lo 0,5% in meno da un anno all'altro - e di 12mila, l'1,8%, in sette anni. Per il 2014 le previsioni sono già adesso peggiori: la stima è di un ulteriore calo dello 0,59% del personale impiegato secondo i dati dei primo nove mesi dell'anno Il costo totale è stato di 39,487 mld, l'1,6% in meno del 2012 e l'1,2% in più nei confronti del 2007. Con una retribuzione media lorda di 26.661 euro, 1.500 euro in più di sette anni prima e un calo di 400 euro sul 2012. E una retribuzione lorda media annua di 38.589 euro: 2.800 più del 2007 ma 300 in meno dell'anno prima.
È questo il bilancio tracciato dal Conto annuale 2013 della Ragioneria generale dello Stato. Da cui emerge una serie di altri dettagli sul pianeta sanità: come i dati anagrafici e sull'anzianità di servizio. L'età media del personale sanitario è di 49 anni (51 per gli uomini e 48 per le donne), a fronte di un'età media di 48,7 anni nella Pa; l'anzianità media di lavoro è di 18,74 anni (18,23 per gli uomini e 18,43 per le donne), leggermente più alta dei 18,16 anni della Pa. Il dettaglio sulla presenza femminile mostra come le donne in Sanità siano 438mila, il 67% del totale.

L'identikit della Pa. Ecco l'identikit dell'universo a vario titolo del personale dipendente del Servizio sanitario nazionale. Un check generalizzato, quello appena diffuso dalla Ragioneria generale dello Stato nel consueto «Rapporto annuale» che aggrega i dati del pubblico impiego relativi al 2013. Il rapporto ci consegna le cifre di un comparto, quello del pubblico impiego, in continua (e nota) sofferenza. In tutta la Pa, il personale con contratto a tempo indeterminato ammontava nel 2013 a 3,232 mln di unità: lo 0,2% in meno dell'anno prima ma 197mila e il 5,7% meno che nel 2007 La presenza femminile risulta in forte crescita: 1,8 mln, pari al 55% del totale ma 53mila sul 2007. Con 173mila in part time (18mila meno che nel 2007). Un esercito che ha la sua spina dorsale nel Sud e nelle isole (35,03%), poi al Nord (34,95%), al Centro (29,79%). Con uno 0,23% occupato all'estero. Lombardia (12,7% del totale) e Lazio (12,31%) le Regioni con più dipendenti pubblici. Intanto il costo del lavoro totale è stato l'anno scorso pari a 158,21 mld (1,80 per arretrati), 400 mln in meno che nel 2007, e importi medi annui a prezzi correnti di 34.505 euro, in calo dello 0,3% sul 2012 e in aumento di 2.900 rispetto a sette anni prima.

Consulenze a go-go.
In sanità, oltre ai dati già descritti, si segnala poi una spesa di 1,028 mld per i contratti a tempo determinato e di formazione lavoro (esclusa Irap e contributi per la Pa) che è scesa di 40 mln dal 2007; contratti (sono 27.332) che sono diminuiti di 8.600 unità dal 2007 con un calo percentuale del 23,9%, mentre i 7.184 co.co.co. sono diminuiti del 43%. Sono invece esplosi gli incarichi libero professionali, di studio, ricerca e consulenza, con una spesa che è passata da 160 a 239 mln, addirittura del 73%: dai 7.804 del 2007 ai 13.507 dell'anno scorso.
Quanto alle retribuzioni medie annue, peggio della sanità stanno nove amministrazioni, con il comparto scuola, quello con più dipendenti, che segnava 29.468 euro. E la magistratura sempre al primo posto con 142.653 euro (lordi annui): dal 2007 ha incassato aumenti per 22.500 euro: il 20% in più.